Franz Ferdinand

The Human Fear

2025 (Domino)
indie-rock, post-punk, pop

Dove avevamo lasciato i buoni vecchi Franz Ferdinand? Il loro ultimo album, "Always Ascending", era del 2018 e arrivava con un cambio di formazione dopo l'uscita dal gruppo dello storico chitarrista Nick McCarthy. Negli ultimi anni si è aggiunta la nuova batterista Audrey Tait e nel frattempo la band scozzese ha pubblicato - in un'era in cui nessuno lo fa più - un greatest hits dal titolo "Hits To The Head", con un paio di inediti.
Oggi, a più di vent'anni di carriera - e a vent'anni esatti dal secondo album, "You Could Have It So Much Better" - rieccoli con la loro attesa e rimandata sesta fatica in studio (senza contare la breve avventura con gli Sparks a metà anni 10). "The Human Fear" è, secondo Alex Kapranos, un concept che mira alla "ricerca del brivido nell'essere umano attraverso le paure".

Il risultato sono undici nuove canzoni per 35 minuti di musica. Non un album lungo ma un album tutto sommato riuscito e che certamente non scontenterà i fan. Sia chiaro: i Franz Ferdinand non hanno più l'energia di vent'anni fa, come c'è anche da aspettarsi. E l'impeto della loro formula post-punk revival, con le potenti texture di chitarra unite a uno stile rock 'n' roll scatenato, è in questi anni chiaramente scemato.
Quello che abbiamo è invece una band adulta, riflessiva e se vogliamo meno "frettolosa" nel registrare ed eseguire canzoni che chiaramente rispondono a una visione, non ad aspettative dei fan né a mode o stili in voga al momento. Il privilegio che ha una band navigata e matura di poter fare ciò che vuole.

Anche per questo, però, l'album suona a tratti "tiepido", senza troppi sussulti. Non mancano tuttavia episodi da rimarcare. "Hooked", un'inquietante canzone su amore e ossessione, è certamente il picco e ricorda certe loro altre produzioni con atmosfere "oscure", come "Evil Eye" (2013). Spiccano poi la beatlesiana "Audacious", in apertura della tracklist, l'elegante e barocca (ma sempre rock) "Build It Up", l'accattivante refrain pop del singolo "Night Or Day" e il post-punk marziale di "Black Eyelashes", tutti brani che potrebbero degnamente figurare negli album dei Franz Ferdinand più classici, diciamo i primi due. Notevole anche la conclusiva "The Birds", un climax con wall of sound che chiude più che degnamente il disco.
Nella sostanza, la formula sfruttata dalla band britannica è quella a cui siamo abituati: un post-punk chitarristico sì ma via via sempre più sfumato, non tanto ibridato quanto "morigerato", che poco si arricchisce di influenze ma in compenso muta in un suono sempre più pieno e deciso, che lascia poco spazio a indecisioni o deviazioni. E infatti il disco è breve: pur dopo sette anni, quel che Kapranos e colleghi vogliono dire lo dicono in mezz'ora e poco più.

Quindi: questo "The Human Fear" è un buon disco? Considerando che arriva dopo vent'anni di carriera di una band affermata, che ha già inciso il suo nome nella storia della musica pop post-Duemila e non ha più nulla da dimostrare - e pure in un'era in cui il post-punk è affidato ormai all'avanguardia dei "giovani" come Fontaines Dc, Idles, Yard Act e Shame - diremmo decisamente di sì. Se siete fan della band, li seguite dai lontani e ingenui tempi di "Take Me Out", cioè dal 2004, e avete ascoltato quello che hanno fatto in questi venti anni, "The Human Fear" non vi deluderà.

12/01/2025

Tracklist

1. Audacious
2. Everydaydreamer   
3. The Doctor
4. Hooked      
5. Build It Up
6. Night or Day
7. Tell Me I Should Stay
8. Cats
9. Black Eyelashes     
10. Bar Lonely
11. The Birds

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