Jethro Tull

Curious Ruminant

2025 (Inside Out)
folk-rock, prog

Alla fine il pifferaio di Dunfermline, a differenza di quello Hamelin, non ha trascinato tutti nel fiume, anche se della storica line-up dei Jethro Tull non è rimasto nessuno e l'attuale formazione sembra più la sua band d'accompagnamento che un gruppo vero e proprio. Ma al quasi ottuagenario Ian Anderson pare non interessare proprio. I Jethro Tull sono lui, e - particolare non indifferente - quell'ingombrante bagaglio di formidabili canzoni che si porta dietro. Così anche gli ultimi tour, in cui le corde vocali del cantante scozzese sono apparse piuttosto affaticate, non hanno compromesso l'euforia dei fan che li seguono da più di mezzo secolo.

"Curious Ruminant" è il ventiquattresimo album in studio dei Jethro Tull e segna un ulteriore capitolo nella prolifica produzione recente della band britannica, che ha già fruttato "The Zealot Gene" nel 2022 e "RökFlöte" nel 2023. Per l'occasione, ad affiancare il leader sono il tastierista Andrew Giddings e il batterista James Duncan, figlio di Anderson, insieme a David Goodier, John O'Hara, Scott Hammond e al nuovo chitarrista Jack Clark.
L'album, composto da nove tracce, con durate che variano da 2 minuti e mezzo a quasi 17 minuti, conferma l'identità cantautorale degli ultimi lavori del progetto di Anderson, autore di tutte le tracce, con il suo leggendario flauto traverso a imperversare.

Dopo la morbida introduzione dell'iniziale "Puppet And The Puppet Master", filastrocca folk cesellata dal flauto con organo seventies a corredo, una robusta iniezione di chitarra elettrica innerva la title track, che ha anticipato l'album come singolo, sposandosi a una sezione ritmica solida e ai soliti ghirigori del pifferaio Anderson, pur senza trovare una via melodica d'impatto.
L'impronta del folk primigenio della band, decisamente prevalente nel disco rispetto al corso prog intrapreso a partire dai 70's, si riflette nel crescendo acustico della bucolica "Dunsinane Hill", che combina fisarmonica e flauto con l'interpretazione calda di Anderson, decisamente più a suo agio in studio di quanto non appaia ormai dal vivo, anche se aggrappato sempre a linee vocali semplici, tutte nel registro medio-basso.
Questo tentativo di ritorno alle radici si rinnova in ibridi folk-rock ben congegnati ("The Tipu House", "Savannah Of Paddington Green", "Stygian Hand") che si rifugiano nell'introspezione e in una quiete pastorale.

La magniloquenza sonora della rock band di "Aqualung" e "Thick As A Brick" riaffiora solo a tratti, tra i riff acuminati della tesa "Over Jerusalem" e (soprattutto) nei 17 minuti del vero tour de force dell'album, "Drink From The Same Well", suite mutaforma - ma anche un po' anonima, a dirla tutta - che dopo l'intro elegiaca di flauto, lascia spazio ad ampi passaggi ritmici e strumentali di tipica marca Tull, culminando con l'ingresso della voce di Anderson, che svela un'altra delle sue fiabe nere evocando una "folla di spiriti sacerdotali alla deriva sulle sabbie rosso sangue".

Niente di innovativo, ovviamente, ma sarebbe anche assurdo pretenderlo. Nella sua semplicità artigianale, "Curious Ruminant" ci ricorda che i Jethro Tull sono stati (anche) una grande band folk, rifugiandosi nelle atmosfere acustiche di quei preziosi esordi di fine anni 60-inizio 70, agli albori di quell'era prog che Anderson e Soci avrebbero poi abbracciato con entusiasmo, diventandone protagonisti indiscussi. Una scelta tutto sommato saggia, per non fare la fine di certi rocker attempati e un po' patetici. Too old to rock 'n' roll: too young to die!

08/03/2025

Tracklist

  1. Puppet And The Puppet Master
  2. Curious Ruminant
  3. Dunsinane Hill
  4. The Tipu House
  5. Savannah Of Paddington Green
  6. Stygian Hand
  7. Over Jerusalem
  8. Drink From The Same Well
  9. Interim Sleep

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