L'outsider house, o lo-fi house che dir si voglia, è uno di quei fenomeni germogliati nel sottobosco del clubbing anni Dieci, per poi svanire silenziosamente con il cambio di decennio. O almeno, così avevamo creduto. La sua alchimia si riduce a pochi elementi: la meccanicità del 4/4 attraversa le coordinate vaporwave, restituendo un suono nostalgico, materico e al tempo stesso liquido, grezzo e insieme luminoso ("Under The Wing Of Time"). È uno stile che ha trovato il suo habitat naturale nel web: canali YouTube dalle estetiche glitchate, spot pubblicitari d'epoca Vhs a incorniciare tracce che evocano i Novanta con una patina inedita, ridimensionando l'house a rito domestico anziché danza tribale per il club.
Col volgere del decennio, il grosso dell'attività outsider sembrava essersi dissolto, mutato in nuove declinazioni electro e breakbeat. Il ritorno dei Lac Seul è una preziosa deriva lungo il confine sfumato tra onirismo e nostalgia ("Divine Light"), ma anche un atto di consapevolezza espressiva che si discosta dalla crudezza di L.I.E.S., etichetta cardine del genere, per abbracciare un'estetica più meditativa e atmosferica ("Floating Figure"). Elegante nel suo dialogo tra lo-fi e ambient house, "Destinations" segna il quarto capitolo discografico del duo statunitense formato da Tile Plazas e Jarred Carrigan, quest'ultimo co-fondatore della Jungle Gym Records, label che ha saputo forgiare un suono sospeso tra rituali ambient-club e misticismi new age.
Il lavoro, di per sé, non spalanca nuove prospettive nell'universo del duo, ma ne ridefinisce il lessico, lasciando alle spalle i sussurri downtempo e le velature dub techno delle prime uscite. Una rinuncia strategica, in favore di un'estetica scarnificata ma attenta nella cura timbrica. "Destinations" è il nuovo punto d'approdo di un progetto che conosce il proprio respiro: come nella title track, il beat programming è incastonato con sapienza, i groove leggiadri e ipnotici. L'esperienza d'ascolto scivola senza intoppi, e soffermarsi sulla mancata memorabilità dell'album sarebbe superfluo: è un flusso gentile ma avvolgente, un'opera che non cerca di imporsi, e proprio per questo riesce a sedimentare nel tempo.
09/03/2025