La bella techno d’una volta, quella un po’ ruvida e nervosa ma sempre suggestiva, capace d’invitarti in pista con un abbraccio fraterno ma tenendo il pugno in agguato dietro la schiena. Barre di metallo, treni in corsa e cancelli da scavalcare senza farsi pizzicare dal guardiano, riti e costumi di una vita notturna ormai remota, ma i cui intenti, solo in apparenza maliziosi, tradivano in realtà il desiderio di convidere un’energia altrimenti insopprimibile.
Inutile ponderare sul passato senza scadere in triti paragoni generazionali, ma attualmente, in quel di Brooklyn, il producer MoMA Ready sta attuando una revisione della materia elettronica per così dire mutante; attraverso i suoi piatti, infatti, la techno cangia e assume forme sensibilmente diverse con l’andare dell’ispirazione. Compilata già sul finire del 2024, ma atterrata in streaming solo quest’anno, “Body 24” raccoglie venti tracce rilasciate lungo gli ultimi mesi. Lungi però dall’essere un semplice ammasso di musica, il lavoro trova collocazione tematica proprio grazie alla varietà proposta.
Certo la carne al fuoco è tanta, ma già dall’attacco intinto di morchia garage (“LIFE ON THE BLUE LINE”), passando per eleganti partiture house (“EYE2EYE”), e una dance progressiva anni Novanta (“ICE BATH”), la collezione inanella un trittico capace di aggradarsi un po’ tutti. Niente di nuovo, va bene, ma è un ascolto compilato con cura, pronto da sfoderare al momento opportuno per poter stare accanto tanto a Theo Parrish e Prostitutes quanto a Goldie e Aphex Twin.
Non mancano dunque all’appello concitate tendenze sampledeliche come vanno di moda anche oltreoceano (“LET THERE BE HAUS”), intrugli dub (“DON’T CHANGE, ONLY FOR YOUR GROWTH”), scorie breakbeat (“OCEANS AWAY”, che come da titolo non disdegna ventate di brezza marina), sentori footwork (“FANTASY LIFE”, “THAW”), felpate pulsioni Idm (“PASSING TIDE”) e acidità assortite (“TOKYO 24”, a un passo dalle paranoie del leggendario trio Phuture).
Lungo quasi novanta minuti di durata, “Body 24” non fa segreto di un cuore orgogliosamente nero, dedito a ripescare (e riappropriarsi di) decenni di mutazioni afroamericane - vedasi, ad esempio, l’acquatica techno alla Drexciya di “BLACK PULSE” e lo sguardo d’aquila di “SOUL DIVIDE”, che scruta gli avventori in pista da dietro la console, per tacere di brani d’assalto dagli intenti comunitari, quali “105 DOWN THE BQE” e “MY CREW”.
Un ascolto denso e talvolta imperscrutabile, piegato a muso duro sui piatti, poi subito dopo spinto ed estasiato, il lungo viaggio nella mente di un producer che, dalle retrovie della musica dance, ancora trova linfa per animare un genere che non ha intenzione di fermarsi.
23/03/2025