Songs Of Green Pheasant - Sings The Passing

2025 (Rusted Rail)
alt-folk-post-rock

Tutte le volte che il nome di Duncan Sumpner riemerge dall’oblio per un nuovo progetto sotto il nome di Songs Of Green Pheasant, si risvegliano sentimenti come ammirazione e stupore. La produzione discografica dell’artista di Sheffield è una continua sfida alle regole basilari della musica come prodotto commerciale, un atto di rinuncia a qualsiasi compromesso creativo in nome di una purezza che non concede spazio all’infatuazione fugace.

Il primo tassello del nuovo album è stato pubblicato sul finire del 2024, un brano, “Have Patience/Street Of Mirrors”, dove la magia della tradizione folk-psichedelica, quella che va dai Byrds ai Fleet Foxes, si evolve verso una spiritualità ancestrale e laica, un susseguirsi di sfumature armoniche e ritmiche dall’incedere lento e sognante, uno dei singoli più belli pubblicati nell’ultimo decennio.
Con queste premesse “Sings The Passing” si candida come uno degli ascolti più stimolanti dell’anno in corso, ma i primi minuti dell’album non hanno nulla di carezzevole o confortevole da offrire all’ascoltatore casuale. “Dark” è un collage di chitarre strimpellate, di voci stanche, di sezioni fiati in modalità narrazione epica, field recording, orchestrazioni approssimative e rumori sinistri: un insieme di spunti melodici che restano sospesi in una dimensione onirica più simile a un incubo. Duncan Sumpner entra in punta di piedi nel mondo del caos e dell’indefinito, con un bagaglio di appunti sconnessi messi insieme con un’intensità potente e originale. Che parte di queste composizioni siano già comparse con altre vestigia nel raro album del 2015 “Mullock And Moil”, che accompagnava un libro illustrato pubblicato in autonomia dall’artista di Sheffield, è in tal senso illuminante.

“The Visiting Hours And The Rain” è come una fiammella accesa che pian piano brucia sacro e profano, tra organi a canna, canti liturgici campionati, frammenti di avantgarde e neoclassica, delizie folk in bilico tra sogno e rimpianto.
La nuova dimensione di Songs Of Green Pheasant è decisamente meno folk-oriented: le uggiose incursioni nel post-rock di “Private Prophecy” sono una preziosa dissertazione su quel che rimane della rivoluzione silente di Bark Psychosis, Hood e Disco Inferno, astrazione e immanenza restano costantemente  in dialogo per undici minuti di viaggio nel buio in cerca di una fonte di luce, melodie di un’assordante bellezza sono flebilmente accennate tra residui di drone-music, campane tubolari dal suono fesso, pause e filamenti sonori a base di tromba e strumenti elettronici che disegnano un paesaggio spettrale, triste, solitario, ma innocuo e pronto a reinventarsi come ultima spiaggia per anime in preda al tormento.
Con i suoi pregevoli accordi acustici e l’elegante ingresso di fiati e cori angelici, “Whitsun Girls” è una delle pagine più immediate e accattivanti di “Sings The Passing”: una suggestiva e luminosa ballata che riprende il discorso interrotto dai Talk Talk in “Laughing Stock”, navigando nelle verdi distese del folk come un vascello fantasma in cerca di un approdo nel futuro. Quest’evoluzione da paesaggi bucolici a immaginarie forme di bellezza è ancor più tangibile nella splendida epopea di voci e suoni di “By Tomorrow”, le chitarre acustiche modellano sonorità cosmic-folk con improbabili accordi di fingerpicking, incastonati in una tavolozza di immagini sonore liquide e sfuggenti come una goccia d’olio in un bicchiere d’acqua. 

Resta giusto tempo e spazio per un acid-folk più consono alle passate escursioni musicali di Duncan Sumpner, “Who Needs Money”, una delicata esortazione per chitarra, voce e soffusi riverberi elettronici che nel mantra evocato dal titolo riaffermano la totale estraneità del musicista di Sheffield all’industrializzazione dell’arte, un concetto non solo teorico ma sostanziale e concreto. Ancora una volta al moniker Songs Of Green Pheasant è agevole associare termini come  quiete e dissimulazione. Anche se il percorso scelto dall’artista inglese è ricco di ostacoli e interrogativi irrisolti, “Sings The Passing” resta l’esperienza musicale più gratificante e completa di questi primi quattro mesi del 2025.

04/05/2025

Tracklist

  1. Dark
  2. Have Patience
  3. The Visiting Hours And The Rain
  4. Whitsun Girls
  5. By Tomorrow
  6. Private Prophecy
  7. Who Needs Money


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