"Caramel" è forse il fulcro di "13", sesto album in studio dei Blur, pubblicato nel 1999. Il più sbilenco, il più eterogeneo, ma al tempo stesso quello più diretto. Un album tristemente sottovalutato, forse perché si colloca tra quello che è unanimemente considerato il capolavoro del gruppo, "Blur", e l'interessante "Think Thank". Forse perché la grande varietà di suoni presenti sono sconnessi ed eccessivi. Forse perché un disco così carico e paranoico non lo si aspettava dai Blur, anche se gli stessi avevano, dal post-"The Great Escape", dato prova di essere un complesso camaleontico e molto più valido e intenso di quanto l'etichetta "britpop" che era stata attaccata sulla loro musica, potesse suggerire (e con ciò non si vuol intendere che il britpop non abbia prodotto nulla di buono, anzi, ma ci si riferisce alla banalizzazione del genere, che sicuramente ci fu, per mano di altri gruppi e soprattutto dei mass media).
Già col precedente "Blur" qualcosa era evidentemente cambiato: la band aveva abbandonato definitivamente le copertine patinate e le sagaci architetture britpop avevano lasciato il posto a una ricerca sonora più matura, più intimista, con spunti di matrice americana che avevano iniziato a fare capolino per la prima volta nella loro carriera, anzitutto per volere del chitarrista Graham Coxon, che aveva spinto Albarn a cercare nuovi lidi musicali a cui attingere e di cui nutrirsi.
And when she lets me slip away She turns me on all my violence is gone Nothing is wrong I just slip away and I am gone
Con "13" la metamorfosi è completa. In copertina campeggia un dipinto realizzato da Coxon, che ritrae una persona, uomo o donna non è dato saperlo e non è importante, di spalle. Le pennellate sono spesse, la resa dei colori vivida. Il colore che più di tutti attira l'attenzione è l'arancione che domina il corpo della sagoma, espressionista e minimalista al contempo. Una copertina che, dicevamo, è già un gustoso indizio di ciò che sarà "13". È un disco in cui ci si perde facilmente: c'è il suono anestetizzante di "Battle", di "Trailerpark" e di "Trimm Trabb", tra i deliri onomatopeici di Albarn, c'è il fantasma di Syd Barrett in "Mellow Song", c'è la famosissima "Coffee And TV", in cui Coxon affoga i suoi tentativi di smettere di bere; c'è anche "1992", in cui ritroviamo Albarn intento a ricoprire di ricordi gli ultimi spasmi doloranti della sua relazione, sacrificata forse anche in virtù della fama. La sua voce poi scompare, assediata da suoni e rumori che la circondano da ogni parte, andando letteralmente a coprirla, a soffocarla.
Il brano che più di tutti si ricollega a "1992" per atmosfere e parole e che in generale attira maggiormente l'attenzione in "13", è lui, "Caramel". Forse perché la voce di Albarn si fa biascicante, come quella di qualcuno che, steso per terra, cerca disperatamente di alzarsi, tendendo le braccia per aria, ma con la rassegnazione solo apparentemente pacata di chi sa già di essere solo. Un cantato torbido e penetrante, in cui il cantante ci riversa addosso tutta la depressione vissuta in quel periodo. Nell'insieme suona così drammaticamente vero che non si può non rimanerne coinvolti.
"Devo andare oltre, devo andare oltre, devo stare meglio. Ti amerò per sempre. Devo ingegnarmi, devo migliorare, dovrei smettere di fumare. Dov'è la magia? Devo stare meglio... Oh, Signore, dammi la magia... [...]Tu sei, sei...fiacco, fiacco, fiacco".
Quello che sembra essere solo un vaneggiamento senza un filo conduttore, è invece un tentativo, logoro già in partenza, di cercare di proseguire a discapito delle difficoltà, mentre in realtà si ha voglia di assistere e custodire la propria solitudine. Null'altro.
Niente sembra riuscire a placare quel caleidoscopio di ricordi, quell'ombra silenziosa dell'amata Justine (leader degli Elastica e sua compagna per 7 anni), più un fantasma generato da pensieri e paranoie che riflesso della realtà. Un ricordo appiccicoso ("caramel") che fatica a lasciar scivolare nell'oblio.
Ma "Caramel" potrebbe anche riferirsi all'eroina ("brown", di cui al tempo Albarn faceva ampiamente uso, come già testimoniato anche in altri pezzi, "Beetlebum" tra tutti. Soltanto nel 2012, con molta reticenza, arriverà ad affermare - in un'intervista al "Guardian" - che proprio la droga lo abbia "liberato", soprattutto a livello creativo, sebbene - mette in guardia - "è una cosa crudele, che ti rende una persona molto isolata". In virtù di ciò, alcune frasi della canzone sembrano acquisire maggiore significato ("Where is the magic?"), ma più probabilmente le due interpretazioni vanno a sommarsi, con l'eroina che diviene metafora dell'amore e viceversa. Appare infine chiaro il quadro generale del contesto in cui "Caramel" venne scritta: un periodo di afflizione e solitudine, di ricerca di risposte, luce. Da qui l'ermeticità del testo, che ha tutta l'aria di un monologo interiore.
Musicalmente, "Caramel" è suggestiva, di stampo sperimentale: il tempo si dilata, i suoni si fanno sghembi, ossessivi e imperiosi nella loro malinconia agrodolce, e l'esplosione nella parte centrale ha tutto il gusto di una catarsi o, forse, di uno strappo irreparabile. Il brano termina effettivamente al minuto 06:40, ma poi seguono due brevissime ghost track: una che rimanda al pezzo finale del disco, "Optigan1", e un'altra dal sound più duro e distorto, con tanto di rumore di un'automobile che si accende.
Esistono due versioni alternative di "Caramel", una strumentale realizzata durante le sessioni di registrazione di "13", e un remix; entrambe non sono mai state rilasciate ma sono contenute in "Blur 21", raccolta di cd, Dvd e vinili uscita nel 2012 per commemorare il ventunesimo anniversario della pubblicazione di "Leisure", disco d'esordio del gruppo.
I've got to get over I've got to get over I've got to get better Will love you forever I've got to find genius (caramel) I've got to get better (caramel) I've got to stop smoking (caramel) I've got to get better (caramel, caramel) Where is the magic?I've got to get better Oh lord, give me magic I'll love you forever I've got to find mounts hill (caramel) And live by the mountains (caramel) I'll love you forever (caramel) You are (caramel) And you are (caramel) Rainbow Low, low, low, low Low, low, low, low Low, low, low, low Low, low, low, low Low, low, low, low
Bibliografia e fonti: Damon Albarn says heroin made him "incredibly productive", The Guardian, 2014