Incuriositi dall’exploit dei Gala Drop, abbiamo deciso di dare un’occhiata all’underground musicale portoghese, scoprendo una scena viva e piena di sorprese. Di seguito un resoconto di ascolti e suggestioni che tracciano un percorso peculiare nel panorama rock di quest’inizio millennio
Avant-rock portoghese: per la serie la musica underground lusitana non deve la sua rilevanza esclusivamente a personaggi più o meno noti come Manuel Mota, Carlos Maria Trindade, Nuno Canavarro, Rafael Toral e Osso Exótico/David Maranha, la cui influenza – maggiormente per attitudine alla sperimentazione piuttosto che per suoni - insiste comunque qua e là su alcuni dei gruppi e dei dischi di cui andremo a parlare.
La scena avant-rock portoghese è letteralmente esplosa in questi ultimi quattro anni. Il numero di formazioni atte a saggiarsi con il noise, con la weird music, con la musica improvvisata e con l’elettronica è aumentato in modo ragguardevole, con punte di qualità eccelsa in alcuni casi. Internet ha sicuramente favorito, come al solito, l’interscambio di conoscenze e il proliferare di situazioni, su di un substrato comune che, come detto, poteva contare su dischi, suggestioni e personalità riconosciute, anche fuori dal territorio portoghese. Più di ogni altra cosa è stato però il sorgere di etichette e net label a favorire lo sviluppo di determinati virgulti, che altrimenti avrebbero rischiato di rimanere inespressi, come ci conferma Nelson Gomes dei Gala Drop in una chiacchierata avuta recentemente. D’altronde anche da queste parti, le major si dimostrano per niente aperte verso musiche non immediatamente commercializzabili.
Merzbau - dal nome della famosa costruzione surrealista/costruttivista di Kurt Schwitters - è un’interessante net label specializzata in suoni di derivazione rock (indie-rock, avant-rock), che si occupa occasionalmente di elettronica, e che svolge una lodevole opera di diffusione nei confronti di musiche che altrimenti rischierebbero di rimanere inascoltate. Ed è proprio questo il punto di partenza di alcuni dei gruppi più interessanti trattati in questo speciale. L’altra net label da tenere in considerazione si chiama Test Tube, maggiormente aperta ad accogliere formazioni non portoghesi, e piuttosto trasversale per quanto concerne i suoni trattati. Per arrivare poi alla Ruby Red (label vera e propria) fondata da Tiago Miranda di Loosers e Gala Drop, la più internazionale del lotto, avendo pubblicato dischi di Michael Yonkers e Valerio Cosi, oltre che di interessanti act locali come Tropa Macaca e Fish & Sheep. Insomma, soprattutto in questi ultimi anni si è data una rete di interscambi e conoscenze incrociate, certamente vitali per l’esplosione della scena.
La temperie culturale portoghese, d’altronde ben si presta allo sviluppo di suoni eterodossi, considerata la confluenza di differenti espressioni musicali. Certo, il contesto non ha favorito situazioni particolari (in termini di rock e contaminazioni varie) fino al 1974, quando la Rivoluzione dei Garofani portò al crollo del regime dittatoriale di António de Oliveira Salazar. Sino ad allora le sole musiche a poter circolare erano il fado (anche se Salazar cercò di controllarlo censurando i testi a contenuto anarchico o socialista), la musica brasiliana - ma non il tropicalismo, in quanto genere rivoluzionario – e il mainstream rock inglese e americano. Alla fine degli anni 70, invece, la situazione migliorò, ed ecco allora circolare i vari Caetano Veloso e Gilberto Gil, e le telenovelas brasiliane, che rafforzarono ancor di più il legame culturale tra il Portogallo e l’ex-colonia.
Ma nelle vene dei musicisti portoghesi scorre inoltre il suono tribale dell’Africa, vista la vicinanza con quel continente, e l’estensione del fu impero coloniale in zone quali Angola, Mozambico e Capo Verde. Allora si comprende come giunga non del tutto inaspettata quella magnifica creatura multicolore rispondente al nome di Gala Drop.
Se tali condizioni hanno senz’altro favorito l’introiezione di culture esotiche, è tuttavia da rimarcare la natura urbana, pur con i vari distinguo, delle musiche qui trattate, che se da un lato fanno proprie quelle influenze, dall’altro hanno come referenza le istanze culturali sollecitate dalla vita nei grandi centri urbani. Non è un caso che i punti nevralgici dell’attuale scena portoghese (se di scena è giusto parlare) siano Lisbona e Oporto.
Lisbona (città e regione)
Loosers
I Loosers sono tra le formazioni migliori del lotto e tra le più conosciute, avendo inciso per label piuttosto importanti come Not Not Fun, Fuck it Tapes e la nostrana Qbico, e avendo ricevuto una segnalazione/recensione nientemeno che da sua maestà Julian Cope sul suo sito bibbia Head Heritage. Il bardo di South Glamorgan, come al solito attento alle sollecitazioni dell’underground più spostato, ebbe a descriverli come un incrocio tra Mars e Dna, inquadrandoli in un’area di chiara derivazione no-wave.
In effetti la componente no-wave è parecchio presente nella musica dei Loosers, che si è comunque distinta per un’evoluzione alquanto particolare. Se nei primi dischi (in “IIII” e “For All The Round Suns”, soprattutto) la band di Tiago Miranda ricordava dei Liars appena meno strutturati, nei successivi la struttura viene quasi del tutto persa, e il suono si tinge di coloriture psichedeliche e free form.
Le formazioni da tirare in ballo per album come “Bully Bones Of Belgie”, “Aint No Party Like A Holy Ghost Party” e “Otha Goat Head” sono i Sun City Girls, i primi Gang Gang Dance e i Sunburned Hand Of The Man. Ciò pare confermato dai concerti, descritti come orge di ritualismo pagano, nella migliore tradizione degli sciamani rock alla Caroliner Rainbow. La musica dei Loosers è tra le più “occidentalizzate” del lotto, mancando quasi del tutto di tinteggiature esotiche, eccezion fatta per una componente percussiva abbastanza marcata in alcuni dischi, evidentemente figlia di una sensibilità tropicalista e di un certo modo di reinterpretarla.
Gala Drop
Dall’incontro di Tiago Miranda dei Loosers, Nelson Gomes e Afonso Simões di Phoebus e Fish & Sheep (a loro si è aggiunto Guilherme Gonçalves di Coclea per le esibizioni dal vivo) nasce la band più esplosiva di quest’inizio 2009.
Cos’altro dire sui Gala Drop che non si sia già riferito in sede di recensione? Be’, si potrebbe aggiungere che il disco cresce con il passare degli ascolti. A poco a poco il forziere delle meraviglie viene schiuso dalla familiarità con quel suono, che si dimostra via via più ricco e multireferenziale. Il battere metronomico della sezione percussiva certo fa da collante stilistico, ma al contempo si presta a ingannare l’ascoltatore meno attento, che potrebbe decodificarlo come indicatore di uniformità se non addirittura di somiglianza tra i diversi pezzi. Niente di più falso, almeno nelle sensazioni di chi vi scrive. Quella dei Gala Drop è una musica che sa farsi summa delle diverse sfaccettature della cultura portoghese, modellata infatti da una varietà quasi unica di temperie storiche, sociali e geopolitiche.
Così come non udire echi di tropicalismo brasiliano, dei tribalismi esotici caratteristici delle culture africane delle ex-colonie, passando per l’apporto ovvio del folk tradizionale portoghese. Il tutto innestato su di un expertise di musica d’avanguardia accumulato grazie all’attività di personaggi di caratura internazionale come Rafael Toral, che - e il cerchio si chiude – ha prodotto il disco.
Per una disamina più approfondita sulla musica vi rimandiamo alla recensione.
Coclea
Conosciuto nell’underground di Lisbona per la sua attività di tecnico del suono nella Zdb Gallery – galleria d’arte moderna situata nel centro di Barrio Alto, nella parte vecchia della città - Guilherme Gonçalves fa musica utilizzando il moniker Coclea. Finora un solo album pubblicato, il discreto "To Those Who Made It Here, We Bid Thee Welcome", registrazione di uno show tenuto da Coclea proprio alla Zdr Gallery, e che va a parare dalle parti del Birchville Cat Motel maggiormente rugginoso. Ha inoltre sostituito Tiago Miranda in alcune esibizioni dei Gala Drop.
Fish & Sheep
I Fish & Sheep sono Alfonso Simoes (Gala Drop) e Jorge Martins (Frango). Chitarra, basso e batteria vanno a forgiare un suono urticante e selvatico, che può essere accostato a quello di alcune delle più feroci formazioni di noise nipponico, come Fushitsusha, Zeni Geva e soprattutto Aural Fit. I pezzi hanno una forma sostanzialmente rock, con la componente percussiva ben presente e strutturata - e da qui i richiami a Chris Corsano sottolineati da qualche osservatore - anche se non mancano quelle contorsioni acide tipiche dell’harsh noise di ultima generazione. Un suono "texturale" e pieno, tra i più arty e in linea con quanto si ascolta nei circuiti off del noise giapponese e americano, che quindi trancia qualunque tipo di legame con qualsivoglia tipologia roots music portoghese.
Anche i Fish & Sheep godono di una discreta visibilità internazionale, almeno in certe nicchie, se è vero com’è vero che Thurston Moore e Byron Coley inserirono “Double Banana” (Ruby Red), al 57° posto dei migliori dischi del 2006 su Arthur Magazine. In effetti l’album merita parecchio.
Immaginate un tour de force di rumore bianco scomposto e maniacale nel suo incedere, arricchito da frequenze disturbate e spasmi chitarristici che sanno di metallurgia rugginosa, a richiamare l’estro decostruzionista di Solmania, o dei “peggiori” Whitehouse. Probabilmente il miglior disco noise uscito dal Portogallo, almeno negli ultimi tempi.
Frango
Titolari di Searching Records – per i nomi che vi incidono soggetto non meno importante rispetto alle etichette precedentemente citate – nella persona di Rui Damaso, i Frango sono tra i più attivi agitatori della scena. Nata nel 2003 come terzetto formato dallo stesso Damaso, da Jorge Martins e da Vitor Lopes, la band si è successivamente ridimensionata a due elementi dopo che Jortins Martins decise di trasferirsi negli Stati Uniti. Tre i dischi pubblicati, “Sitting San” del 2005, “Nada Miles” del 2008 e l’Ep "Whole Hit Bloomer", sempre del 2005 (in realtà quest’ultimo, presentato come Ep, dura più di un’ora…) e tutti e tre più che buoni.
“Whole Hit Bloomer", in particolare, è uno dei dischi migliori della scena e si presenta come un sabba free-form dagli umori esotici. Tre pezzi lunghi e in cui la ripetizione patologicamente maniacale dei pattern percussivi affresca un’atmosfera allucinata, come se i Pengo di “Nervous Splendor” e la No Neck Blues Band di “Letters From The Earth” si trovassero a suonare nelle zone più misteriose dell’Africa nera. Le componenti rumoristiche, quasi del tutto improvvisate, accentuano ancor di più l’ossessività di questa musica, che resta tra le più oscure e affascinanti dell’avant-rock portoghese.
“Nada Miles” vira invece verso un free-noise da incubo post-atomico. Avete presenti gli Skaters? In questo disco i Frango non sono da meno per intensità allucinatoria. Suoni ritualistici, liquidi, orrendamente psichedelici, sfigurati nell’intimo, come aborti spontanei delle peggiori suggestioni kraute. Insomma, per palati fini.
Pcf Moya
Barreiro è una zona della regione di Lisbona altamente industrializzata al tempo del regime fascista, ma poi progressivamente abbandonata a se stessa. E’ da qui che proviene Rui Damaso, chitarrista dei Frango e titolare del progetto Pcf Moya. Sarà il contesto non propriamente gioviale, ma quella di Damaso è una musica chitarristica triste, contemplativa, completamente avviluppata su se stessa. Per descriverla alcuni osservatori hanno tirato in ballo i nomi di Ben Chasny, Jack Rose, Glenn Jones, James Blackshaw, ma il medesimo Damaso ne ha smentito le ascendenze, affermando di non possedere la tecnica strumentale di quei musicisti, mentre riconosce le somiglianze con il Fahey più meditativo.
Il chitarrista maggiormente affine è però sicuramente Loren Mazzacane Connors, i cui soundscape desolati paiono alla base della dieta musicale di Damaso. Ascoltando l’ottimo “Untitled/God Slot EP” (2006, Merzbau), se ne colgono appieno le similitudini. Qui le estatiche distese di traslucide melodie blues-velvettiane si sublimano in dolci acquerelli impressionisti che, con l’aggiunta di una piccola dose di elettronica nella foggia di loop e sfasamenti di frequenza, si autoreificano in una forma ancor più ipnotica. In “Mouth For Sore Sight” (2006, Test Tube) è l’elettronica, o meglio l’ambient, a farla da padrone. Il suono si dilata all’inverosimile, sfaldandosi di continuo in loop circolari che rimandano al Basinski di “The Garden Of Brokenness”. Non male, e comunque questo signore è da tener d’occhio per il futuro.
Gli album in questione si possono scaricare liberamente dai siti delle etichette.
Barcos
Barcos è il progetto personale di Vitor Lopes dei Frango. “Psicologia Negra” (Merzbau, 2005) è un Ep di nastri manipolati che eruttano rumori post-industriali nel solco di gente come Omit, Irr App. (ext.) e Illusion Of Safety in tre pezzi isolazionisti che trasmettono inquietudine e alienazione. A dir poco.
Lobster
Si autoproclamano come i “Power Rangers del noise-rock” (…), i Lobster sono un duo - chitarra e batteria - di hardcore-noise brutale e incompromissorio. “Fast Seafood” non offre scampo: le sei tracce sono ben strutturate a dimostrazione di una band capace di costruire pezzi armonicamente interessanti e incisivi. Qua e là l’incedere è talmente incalzante da sfociare quasi nel death-metal, mentre in alcuni altri frangenti gli stop and go ritmici arricchiscono le strutture con sfumature math-noise alla Lightning Bolt.
Caveira
Un altro duo al fulmicotone è quello dei Caveira, fautori di un noise-rock psichedelico, scostante e allucinatorio. Il suono dei Caveira trascina Comets On Fire e The Heads nelle lande dell’improvvisazione, mantenendo intatta quella vena grossolanamente psichedelica (e allucinatoria), pur decostruendone le ritmiche.
Oporto (città e distretto)
DOPO
Formatisi a Oporto nel 2001, i DOPO sono, con Loosers, Gala Drop e Frango, la miglior formazione portoghese in circolazione. Il loro è una sorta di psych-folk dronato in cui l’improvvisazione svolge un ruolo fondamentale, e dove entrano in gioco diverse tipologie di suoni, generati da strumenti tradizionali, come organetti vintage, o più o meno inusuali, come scodelle e congegni giocattolo.
Il primo disco in assoluto della band, risultato di una serie di registrazioni casalinghe abbastanza spartane, si chiama "Last Blues, To Be Read Someday”, un Ep licenziato nel dicembre 2005 da Test Tube. Il suono è sporco, claudicante, incerto, per quanto abbastanza indefinibile, e si snoda per lunghe tracce dotate di un minimo di melodia, su cui vanno a innestarsi improvvisazioni e svolazzi psichedelici.
Il secondo disco in ordine di tempo si chiama “For The Entrance Of The Sun”, pubblicato ancora da Test Tube nel 2007. Qui il suono si fa maggiormente rifinito, nonostante regni ancora l’improvvisazione. Tracce come “All The Mountains Are Dancing, Are Dancing” e “Time Floats By The Windows” sono vortici di psichedelica acidula, trance circolari ed echi tribali, con richiami al minimalismo acustico di Pauline Oliveros, a cui i DOPO devono non poco. Altra formazione a cui rimandano i DOPO sono gli Shadow Ring.
“Crossino Birds”, licenziato da Foxglove nel novembre 2007, accentua la componente noise e quella improvvisativa, tanto che in più di un’occasione pare di essere catapultati tra le spire morfiniche di “Lightouse”, sesto disco della band di Graham Lambkin.
La caratteristica principale dei DOPO è quella di foggiare una musica rumoristica altamente suggestiva, in cui ogni singolo elemento sonoro si mischia nel magma psichedelico perdendo di referenza rispetto alla strumentazione che lo ha generato. In questo senso, solo i riti pagani di Pengo, di GHQ e di pochi altri riescono nel medesimo intento. E’ di quest’anno la pubblicazione di “Blue Lands” (test Tube), quarto album della band, ancor più dilatato e spettrale dei precedenti, con un moaning abulico che ricorda i peggiori incubi delle Pocahaunted.
Se siete fanatici dello sballo psichedelico, dei suoni weird e dell’improvvisazione rock, allora i DOPO fanno decisamente per voi.
Pensão Listopad
I Pensão Listopad sono una band per metà portoghese e per metà polacca, nata tra Oporto e Wrocklaw per opera di João Sousa, Kamil Radek e Katarzyna Wrona. La loro è una musica che attinge a piene mani da certo post-rock con ampie venature acustiche, di formazioni come Clogs, Balmorhea e Tape. Nel suono dei Pensão Listopad è presente anche una componente di fado e di folk dell’est europeo. Benché composta e lineare, la musica di quest’interessante formazione portoghese si apre spesso a passaggi free form che la rendono imprevedibile per quanto comunque estremamente godibile. Un solo disco per adesso all’attivo, “Concerto Dentrum” del 2008, ma le premesse fanno pensare a sviluppi quantomeno singolari.
Tropa Macaca
Dopo ripetuti ascolti, ancora non è del tutto chiaro da che parte prendere i Tropa Macaca, duo di Santo Turso formato da Andre Abel e Joana da Conceicao, certamente è tra i più originali, difficilmente interpretabili ma anche ostici della compagnia. I due album fino a qui ascoltati contengono suite lunghe e involute in cui gli elementi percussivi, mandati insistentemente in loop, preponderano nell’economia globale di questa musica. Alcuni hanno azzardato paragoni con Thromas Brinkmann, e certamemente il suono fa leva su figure di minimalismo e astrazioni di musica post-industriale. Anche se la band nega ogni possibile influenza della minimal-techno di scuola teutonica. E’ possibile invece accostarli ai Black Dice ultima maniera, ma ancor più essenziali e acidi, o ai Growing in via di pensionamento della svolta pseudo-techno. Se il noise americano sembra aver imboccato la strada dei ritmi, allora bisogna dire che i Tropa Macaca ci sono arrivati in modo più convincente. La cosa interessante sta comunque nella loro capacità di giocare con ogni tipo di suono in modo da esaltarne l’aspetto percussivo, per quanto la texture si mostri, a un ascolto attento, più complessa di quanto appaia inizialmente.
“Marfim” (2007, Ruby Red) effettivamente lascia pensare alla minimal techno di Richie Hawtin, o quantomeno alle convulsioni digitali di terroristi elettronici come Lesser e Kid606, anche se il rumore dei Tropa Macaca mira alla trance più che allo shock da stordimento. Ancor più austero è “Fiteiras Suadas” (2008, Qbico), che sembra la prosecuzione delle algide soluzioni algoritmiche di Remko Scha.
Insomma, quella dei Tropa Macaca è musica per farsi del male.
Aquaparque
Andrè Abel dei Tropa Macaca ha suonato negli ormai defunti Dance Damage, e soprattutto ha formato con Pedro Mangina un altro duo di musica discretamente ipnotica, chiamato Aquaparque. Niente a che fare con i Tropa Macaca, sia ben chiaro. La musica degli Aquaparque, infatti, è di facile ascolto, e va a banalizzare quella degli ultimi Animal Collective (già banale di suo) e dei Black Dice. “E' isso aí” (2009, autoprodotto) è un concentrato di luoghi comuni di psichedelica world dancettara, Tranquillamente prescindibile.
Altre città
Osso (Leiria)
Osso nasce a Leira, città a metà strada tra Oporto e Lisbona, ad opera di Carlos Nascimento, già membro di Panda Suicide, delle Stares Collective e del progetto Ghoak.
La musica di Osso gravita in una sorta di limbo dove si mischiano post-industriali, harsh noise e droni malsani alla Robedoor. Un solo album finora pubblicato, l’inquietante e psicotico Ep “Solto”, sulla net label Merzbau.
Out Level (Coimbra)
Luis Antero è un appassionato di field recordings e sta lavorando su una serie di volumi di sound narratives. “Espaço” è il risultato di una performance radiofonica dello stesso Antero, con un laptop e poco altro, mentre i “Water Recordings” (2008, Bypass) sono field recordings registrati nei presi dei fiumi Alva e Alvoco, nel centro del Portogallo, e riproposti senza alcuna manipolazione.
An Octopus In The Bathtub (Viseau)
Ricardo Ramos iniziò a fare musica a metà anni 90, in una serie di improbabili formazioni hardcore come FunnyBunny & Gibberish. Le suddette esperienze sfociarono poi nel progetto Puny, che virò verso un suono meno selvaggio, nella scia di band come Pavement e Dinosaur Jr., fino ad arrivare agli An Octopus In The Bathtub, in cui Ramos cambia completamente strada. Qui, infatti, il suono si fa sperimentale, criptico, improvvisato, andando a scomodare la musica industriale e l’elettronica.
“Two Thousand And Four” (2008, Merzbau), alle cui session partecipa Afonso Simoes di Fish 6 Sheep e Gala Drop, è un concentrato di suono amorfi, che si reggono su strutture noise-minimaliste discretamente strambe e involute.
(09-04-2009)
Loosers - IIII (2004, Ruby Red)
Loosers - Bumba Meu Boi (2006, Not Not Fun)
Gala Drop - Gala Drop (2009, Gala Drop Records)
Fish & Sheep - Double Banana (2006, Ruby Red)
Frango – Whole Hit Bloomer (2005, Searching Records)
Pcf Moya - Untitled/God Slot EP (2006, Merzbau)
DOPO - For The Entrance Of The Sun (2007, Test Tube)
DOPO – Crossing Birds (2007, Foxglove)
Tropa Macaca - Marfim (2007, Ruby Red)