Essie Jain

We Made This Ourselves (reissue 2008)

2006 (Leaf)
folk

Una montagna di album propongono ogni giorno cantautrici dalle belle speranze, la nuova Joni  Mitchell, la nuova Carole King, la nuova Patti Smith, brave a volte belle, ma spesso nulla che superi il giudizio di “Carino ma…”. Essie Jain è uno dei pochi nomi che vi consiglio di annotare nel vostro taccuino, non è una cantautrice di belle speranze ma un talento forte e personale.

La voce è il centro emotivo della sua musica, più vicina alle muse del folk anglo-americano che al cantautorato femminile, esprime una tavolozza di colori che non necessita di cornici e orpelli inutili, musica intima e piena di grazia che non cerca consenso ma invita alla riflessione; i testi moderni e asciutti esprimono altresì una rabbia e una consapevolezza che avvicina la sua scrittura più a  PJ Harvey o Ani Di Franco, storie di alcolismo femminile e rapporti tempestosi tra amanti e mogli, una modernità di contenuti che contrasta l’impianto quasi classico degli arrangiamenti.
Solo pochi interventi di piano e violino con echi di tamburi e flash di chitarra elettrica assemblano un suono classico-cameristico che ricorda più la Penguin Cafè Orchestra che un gruppo folk-rock, il tono spirituale che caratterizza tutto l’album non conosce incrinature, i musicisti manifestano una padronanza strumentale notevole, rinunciando al virtuosismo, tutto resta rimarchevole, le canzoni sono tutte pregevoli ma “Haze”, col suo finale affidato al french horn, e “Talking”, ricca della più struggente performance vocale di Essie, catturano subito l’immaginazione.

Non date credito a chi vi proporrà questo album come un nuovo tassello nel folk-revival che partendo da Devendra Banhart ha visto riportare alla luce grandi nomi come Vashti Bunyan, basta ascoltare brani come “Indefinable”, "Understand”, "Loaded” per apprezzare le peculiarità del suo repertorio.
Essie Jain esprime attraverso la sua versatile e intensa voce una musicalità e una poesia che riportano alla mente l’esordio di Antony & The Johnsons: essendo “We Made This Ourselves” inciso nel 2006 e ripubblicato dalla Leaf Label nel 2008, dovremo attendere poco per aver conferma di un talento che, se si confronterà con soluzioni musicali più moderne, potrebbe sconvolgere non poco il panorama musicale femminile.

16/06/2008

Tracklist

1. Glory
2. Haze
3. Sailor
4. Talking
5. Indefinable
6. Disgrace
7. Give
8. Understand
9. Loaded
10. No Mistake

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