Sadies

Darker Circles

2010 (Yep Roc Records)
alt-country

Forse non tutti sanno che i Sadies sono in circolazione dal 1998 e che in questi anni fra dischi in proprio, dischi in collaborazione con altri artisti e dischi dal vivo hanno dato alle stampe la bellezza di dodici album, tredici con questo nuovo "Darker Circles".
La band è guidata dai fratelli Dallas e Travis Good, i quali si distribuiscono voci, chitarre, piano e violino, coadiuvati da Sean Dean al basso e Mike Belitsky alla batteria.

"Darker Circle", prodotto dall'ex-Jayhawks Gary Louris, segue di tre anni "New Seasons" e di un anno "Country Club", il lavoro realizzato in collaborazione con John Doe.
Gli aromi sono quanto di più vicino agli anni 60 di Byrds ed Animals abbiate mai potuto ascoltare; un prodotto ben suonato e arrangiato egregiamente, che però non riuscirà quasi mai a farvi sobbalzare dalla sedia.
In "Darker Circle" non c'è assolutamente nulla di memorabile, semmai una manciata di canzoni deliziose, ma che scorrono via come l'acqua limpida di un ruscello di montagna.

"Another Year Again" potrebbe essere figlia degli Eagles più illuminati, e ha il pregio di aprirsi nella seconda parte in una cavalcata chitarristica di matrice psichedelica in grado di rispolverare piacevoli ricordi di Quicksilver Messenger Service e Credence Clearwater Revival.
"Cut Corners" incrocia la tradizione Animals con la contemporaneità dei Calexico, mentre "Whispering Circles" arriva a lambire i territori prossimi ai primi Rem (la chiusura del cerchio?).
I Sadies ci tengono a mostrare il proprio accademismo enciclopedico, e così non mancano di regalare momenti di sana psichedelia light ("Tell Her What I Said" o la già citata "Another Year Again"), evidentissimi richiami Irish folk ("Choosing To Fly"), fino al pastiche strumentale finale di "Ten More Songs" sorta di summa in pillole del Sadies sound.

"Darker Circle" appare fondamentalmente come un'occasione persa per non aver saputo capitalizzare le buone mosse del movimento canadese, che ha portato il paese dei Grandi Laghi a essere uno dei principali epicentri del mondo musicale negli ultimi dieci anni.
Proprio una grande protagonista della scena canadese, la bella e brava Neko Case, ha utilizzato i quattro musicisti di Toronto come band d'accompagnamento nei propri live act.
Eppure questi artisti navigati invece di assorbire come spugne le interessanti idee di gente come New Pornographers, Arcade Fire o Broken Social Scene, rielaborando magari il minestrone secondo il proprio personale gusto, continuano a suonare come se fossero una country band neoclassica.
Con l'aggravante di non voler nemmeno osare in qualche slancio sperimentale, cosa che ha invece portato grandi fortune ad altre band che si muovono partendo dalla medesima matrice, Wilco in primis.
Del resto non capita tutti i giorni di incrociare il proprio destino con persone del calibro di Jim O'Rourke.

11/05/2010

Tracklist

  1. Another Year Again
  2. Cut Corners
  3. Another Day Again
  4. Tell Her What I Said
  5. The Quiet One
  6. Postcards
  7. Whispering Circles
  8. Idle Tomorrows
  9. Choosing To Fly
  10. Violet and Jeffrey Lee
  11. Ten More Songs

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