The Barsexuals

Black Brown And White

2016 (Disco Futurissimo, Dead Music Records)
blues-rock, garage

Nonostante il nome suonerà nuovo a gran parte di coloro che se lo troveranno davanti, il trio di Lucera sguazza da oltre dieci anni nel panorama underground, per ritrovarsi, oggi, con queste quindici tracce di un blues-rock rozzissimo e facinoroso, del tipo non troppo inflazionato dalle nostre parti ma che all’estero ha violentato fin dagli anni Sessanta le menti di tanti ragazzi partorendo fenomeni come Oblivians, Reigning Sound o Jay Retard.
Il punto di partenza per comprendere il lavoro targato The Barsexuals è la voce di Reverend “Red” Valentine, con il suo stile totalmente fuori dagli schemi classici e molto più vicino alle litanie al limite della cacofonia del più grezzo Nick Cave o di un Captain Beefheart rivolto più del solito alla melodia (a modo suo, ovviamente) e alla forma-canzone.
Alle spalle del reverendo scalpita la chitarra di Sabbathor, capace di creare da sola un'atmosfera che dal blues devastato spazia in territori garage, noise, quasi hard-rock e heavy metal, a volte psichedelici, e la batteria di Igor Mortis, uno che pare finisca i concerti a fracassarsi la fronte sui piatti. Poco importa se di questa roba è pieno il mondo; all’Italia manca gente e musica così.

Il risultato è un sound che incarna alla perfezione il detto secondo cui il blues sia la musica del diavolo, un sound ebbro, prepotente, trasandato, non sempre stilisticamente perfetto ma proprio per questo ancor più autenticamente diabolico. Già dai primi ascolti è proprio questo che salta alle orecchie; una certa necessità d’immediatezza che appare ancor più evidente considerando che “Black Brown And White” è stato registrato in una sola giornata (mezza in più pare sia stata necessaria perché la prima è finita in rissa) e in presa diretta.
Quindici canzoni che mescolano in un tritacarne blues, garage, punk, soul con testi deliranti e beffardi che parlano direttamente e idealmente di scazzottate, redenzioni sarcastiche, vita e morte, e sesso come amava parlarne il rock negli anni Sessanta e come pare abbia smesso di saper parlare oggi e poi di tutto quello che rappresenta il lato peccaminoso dell’esistenza umana.

Nella speranza che tutti gli amanti del genere possano avere la fortuna (o la sfortuna, che a questo punto non si sa mai) di trovarseli davanti dal vivo, “Black Brown And White” è quanto di più utile potesse capitare all’Italia, alla sua musica, per riscoprire il suo lato selvaggio e brutale, mettere da parte la deriva fin troppo stucchevole e melensa che la musica nostrana sta prendendo e farci tornare in mente la lezione di quei delinquenti prestati al mondo della musica che hanno spaccato bottiglie e timpani nel periodo a cavallo tra Sixties e Seventies.
Togliete a Iggy le sue ballate più lente e lasciatelo a urlare e sanguinare sul palco; pensate ai Gun Club e i Radio Birdman ma fateli nascere un decennio prima; fate incazzare più che potete i The Sonics; piazzate Nick Cave sul palco con gli MC5 e sperate che finisca male. Ora che ci avete pensato, lanciate un boccale di vetro da un soppalco di un pub affollato di gente per bene e scatenate l’inferno. Siete abbastanza vicini a “Black Brown And White”.

11/10/2016

Tracklist

  1. Dancing On Your Grave
  2. Rye Whiskey
  3. Down South Boogie
  4. Hey You
  5. Rudy Ray Moore
  6. Bum Again
  7. Junker Blues
  8. Holy Friday
  9. Dead Dog
  10. Black Brown White
  11. Jesus Give Me One More Chance
  12. Why Do You Smile
  13. Cock Doodle Do
  14. Ain't Got Anything
  15. Mother Morphine