02/11/2022

Jamie Stewart

Industrie Fluviali, Roma


Lo avevo già scritto qualche anno fa riguardo “Girl With Basket Of Fruit”: Jamie Stewart, leader degli Xiu Xiu, è una versione moderna e tentacolare di “Frankie Teardrop”. La sua produzione non è rassicurante, non è confortevole: è spesso brutale e destabilizzante nell’impatto. Se su disco la sua musica è un lacerante viaggio fatto di saliscendi emotivi e sonori, incentrati su tematiche spesso shock e al limite, dal vivo questo spettacolo non vi sarà risparmiato, anzi.
L'occasione per ammirarlo on stage è l'ultimo appuntamento di Unplugged in Monti, questa volta nella Conference Hall dell’inedita location di Industrie Fluviali. Struttura che si appresta ad accogliere un pubblico contenuto, attento e partecipe per l'esibizione in solo di Stewart. Poco dopo le 21, Jamie sale a passi rapidi sul palco. Si toglie giacchetto, mascherina e imbraccia la Gibson nera, da cui non si staccherà mai. Qualche luce bianca puntata su di lui, i quadri e disegni della sala tutto attorno, Stewart saluta e ringrazia timidamente i presenti. Poi inizia la performance.

Tra una canzone e l'altra non dice una parola, concentrato nell’esecuzione febbrile dei brani. Stewart è un tutt'uno con la chitarra, che sia un arpeggio dolce e lento o una rabbiosa e continua schitarrata. Riesce a eseguire i brani passando da un registro a un passo dal frantumarsi in mille pezzi tanto flebile o ovattato, a un tono furioso e possente. Si parte con uno dei miei brani preferiti della produzione targata Xiu Xiu, “Botánica De Los Angeles”, tratta da “Angel Guts: Red Classroom” del 2014: niente più sintetizzatori e battiti elettronici, solo le parole ancora più crude e potenti nella loro scarna esecuzione.
Se molte composizioni erano già essenziali e scarnificate su disco, è altrettanto interessante questa nuova forma asciutta per altri brani più prodotti. Stewart recita e interpreta i vari registri dei brani, selezionati dall’ampio repertorio. I pezzi proposti coprono così sia i primi capitoli discografici sia quelli più recenti. Ci sono “I Broke Up”, tratta dall’esordio "Knife Play”, una struggente “Sad Redux-O-Grapher” e “Sad Pony Guerilla Girl” dal successivo “A Promise” (2003), “Fabulous Muscles”, fino alla recente “A Bottle Of Rum”, oltre ad alcune gemme ripescate dai capisaldi della sua produzione, come "The Oldness".

 

Ed è proprio sul finale, con l’esecuzione di una clamorosa “Girl With Basket Of Fruit”, accompagnata da un piccolo gong e da un fischietto, che Stewart porta il concerto al suo apice. Undici brani, poco più di un’ora di musica di rara potenza e intensità, chiusa da “Just As I Am”. Poi, veloce come era apparso, Jamie Stewart si gode l'ultimo grande applauso del gruppo mentre si defila.