28/06/2023

Interpol

Cavea dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Roma


Il rapporto degli Interpol con Roma è stato spesso tribolato. Resta stampato nella memoria il concerto del 2015 all’Ippodromo delle Capannelle, interrotto anzitempo per (queste almeno le motivazioni ufficiali) un problema fisico del batterista Sam Fogarino. Anche stavolta, immersi nella calda e accogliente atmosfera della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, si è rischiato grosso, e dopo appena due canzoni. Del resto lo sappiamo bene: Paul Banks e compagnia se non fila tutto alla perfezione non è che stiano troppo a badare a quanto hanno investito i fan per venire a vederli da mezza Italia. Dopo “Toni”, che apre il set con lo stilosissimo chitarrista Daniel Kessler al piano, traccia che fila via senza colpo ferire, arriva “Obstacle 1”, uno dei brani cardine della loro discografia, ed è subito chiaro che qualcosa non sta andando come dovrebbe. Il tempo della canzone muta in maniera repentina, con improvvise e repentine accelerazioni e decelerazioni, senz’altro non volute: solo con immane sforzo i cinque sul palco riescono a portarla a termine, dopodiché abbandonano il palco per circa dieci minuti, in attesa che si risolva qualche tipo di problema. Si dirà di un guasto elettrico non attribuibile all’impianto dell’Auditorium, ma anche dopo il rientro in scena non è che le cose si mettano molto meglio: l’acustica dalla tribuna è tutt’altro che perfetta e la scelta (mai corretta dal fonico) di lasciare la batteria altissima (il batterista non dà l’impressione di essere in grande serata e il suo suono arriva a coprire non di rado il magico lavoro di intarsio chitarristico compiuto da Kessler) e la voce bassissima (Banks è uno di quelli che nella dimensione live tende a nascondersi, questo è risaputo) lascia un pochino stranito gran parte del pubblico presente.

 

Interpol live a Roma

 

Non è insomma una grande prestazione, quella degli Interpol, almeno per tutta la prima parte dello show, con le chitarre che non riescono a spaccare quando dovrebbero (“Evil” risulta a tratti come spuntata) e l’incapacità di creare atmosfere di grande intensità quando la struttura dei pezzi lo richiederebbe (in “Pioneer To The Falls” ci saremmo aspettati una marea montante di tastieroni, che restano invece troppo timidi).
I flash di luce proiettati dal fondo del palco sono senz’altro suggestivi e la situazione di semi-buio costante sottolinea l’indole sofferta di gran parte della scaletta, ma gli Interpol nella dimensione live anche stasera si confermano non al medesimo livello dei loro lavori in studio, poco adatti agli spazi aperti e molto più efficaci nello spazio raccolto di un live club. Ma a partire da “Rest My Chemistry” la situazione inizia oggettivamente a migliorare, e la seconda parte del set – pur con livelli ed equalizzazioni discutibili - si dimostra all’altezza del blasone della compagine newyorkese, specie nella sequenza finale “Roland”/ “The New”/“PDA”, tre fra le migliori canzoni composte negli anni Zero.

 

Nei bis il concerto è ormai decollato, anche i cinque paiono più sciolti, con Kellers che accenna del noise sul finale di “Lights” (quasi mai eseguita durante questo tour e unico estratto da “Interpol” da mesi a questa parte). Convincente anche l’esecuzione di “Stella Was A Diver And She Was Always Down”, la quale lascia spazio alla trascinante conclusione affidata a “Slow Hands”, con il pubblico giustamente in delirio.
Nonostante un disco nuovo da promuovere, saranno – a ragione - “Turn On The Bright Lights” e “Antics” (i loro primi due dischi) gli album più rappresentati, con cinque tracce a testa, mentre la produzione più recente resta quasi del tutto trascurata, a conferma di quanto gli stessi protagonisti siano ben consci riguardo la miglior qualità del materiale prodotto agli esordi. Serata comunque non facile, fra problemi tecnici e una band che dimostra di non stare invecchiando come avremmo sperato.
La splendida cornice della Cavea rende tutto più leggero e rende felicissimi i BiVio, giovane quartetto al quale è stato affidato il compito di aprire la serata, un onore che con tutta probabilità corona un sogno: suonare sullo stesso palco di una formazione con un passato monumentale.