"È un privilegio suonare in mezzo alla bellezza!", ha esclamato Carmen Consoli durante il suo concerto al Teatro Antico Romano di Ostia Antica. Complice la magia del luogo, l’artista catanese ha utilizzato il suggestivo palcoscenico per ripercorrere molti dei successi che hanno segnato la sua carriera, trasformando il suo spettacolo in una sorta di serata d'onore. La presenza di numerosi ospiti ha arricchito ulteriormente l'esibizione, che è stata anche un’occasione per raccontare la Sicilia, terra d'origine della "cantantessa" e assoluta co-protagonista della serata, celebrata attraverso la musica e le parole.
La serata è stata aperta da Anna Castiglia, giovane artista catanese, fresca vincitrice del prestigioso Musicultura Festival della Canzone Popolare, che ha riproposto anche in versione live il brano che l’ha portata alla ribalta, "Ghali".
Quindi, l'ingresso sul palco di Carmen Consoli, che inizia il set omaggiando una delle più grandi voci della tradizione siciliana, Rosa Balistreri, con due delle sue canzoni più celebri, “Rosa canta e cunta”, e con la pittoresca “Bottana de to mà”. Il legame tra la cantautrice catanese e l'iconica artista di Licata è stato fortemente sottolineato lungo tutto lo spettacolo: Rosa Balistreri è stata richiamata più volte, non solo attraverso la sua musica, ma anche con il racconto della sua vita drammaticamente intensa, narrata dalla talentuosa attrice Donatella Finocchiaro.
A legare le due cantanti non è soltanto la comune provenienza geografica, ma anche una connessione profonda con le sonorità della tradizione. Infatti, se nei suoi esordi Carmen Consoli era conosciuta per la sua impronta rock, negli ultimi anni ha intrapreso un percorso musicale che l'ha condotta verso atmosfere più morbide e vicine al folk. Questa trasformazione è stata evidente durante il concerto, sia nell’uso di strumenti tipici della tradizione siciliana, sia nei nuovi arrangiamenti di alcuni suoi brani storici. Un esempio perfetto è stato “Per niente stanca”, dove le nuove sonorità hanno donato alla canzone un'aura più dolce e riflessiva rispetto alla versione originale.
Accanto ai suoi brani più celebri e amati dal pubblico, come “Parole di burro”, "Pioggia di aprile", “L'ultimo bacio” e “Fiori d'arancio”, Carmen Consoli ha scelto di dare spazio a canzoni meno scontate e più profonde, che raccontano storie di violenza e sopraffazione. Tra queste, “Mio zio”, un brano potente che narra la drammatica vicenda di un abuso domestico, e “Maria Catena”, la vicenda di una giovane donna siciliana vittima della violenza maschile e delle rigide tradizioni patriarcali, simbolo di una società che ancora fatica a emanciparsi.
L'idea di Carmen Consoli è stata quella di raccontare, attraverso la musica, una Sicilia non solo fatta di bellezza e poesia, ma anche segnata da ferite profonde, da ingiustizie e da violenze che non vanno dimenticate. Tuttavia, non è mancato spazio per celebrare la Sicilia migliore, quella che resiste e che lotta per un futuro più giusto. Un momento particolarmente intenso della serata è stato il ricordo di Peppino Impastato, figura simbolo della lotta contro la mafia, il cui coraggio è stato ricordato direttamente dalla voce di suo fratello Giovanni. È stato un momento particolarmente toccante con il pubblico che gli ha reso omaggio con una lunghissima standing ovation, testimoniando l'affetto e il rispetto per chi continua a portare avanti la battaglia per la giustizia e la legalità.
Nel finale del concerto, Carmen Consoli ha regalato al pubblico l’immancabile tributo a Franco Battiato, affettuosamente chiamato "Francuzzo", con una personalissima versione di “Stranizza d’amuri” e un nuovo omaggio a Rosa Balistreri, con “Terra ca nun senti”, continuando a intrecciare il filo della tradizione siciliana che ha percorso tutta la serata.
Non è mancato un momento dedicato alle sue stesse radici rock, con una potente esecuzione di “Geisha”, in cui Carmen ha sfoderato i suoi caratteristici "graffi vocali", dimostrando che la sua anima rock è ancora viva e vibrante.
Nel bis, l’artista catanese ha compiuto un tuffo nel passato, riproponendo alcune delle canzoni che l’hanno consacrata. “Confusa e felice” e “Blunotte” sono state suonate in una versione semplice e intima, accompagnate soltanto dalla chitarra acustica, proprio come agli esordi. Quando è partita “Amore di plastica”, uno dei suoi primi successi, il pubblico non ha resistito e si è alzato in piedi per avvicinarsi al palco. Fa impressione pensare che siano passati quasi trent’anni da quando questa canzone è stata pubblicata. Tra la folla, non mancavano i capelli brizzolati, segno del tempo trascorso, ma a guardare Carmen Consoli sembra che sia ancora una “picciotta”. La voce è ancora limpida e potente, la vitalità e la passione con cui si esibisce sono fresche come agli inizi. E così, tra una nota e l’altra, ci ha ricordato che la musica vera, quella fatta col cuore, resta sempre comu 'na petra… immutabile e dura a cambiare!