Partito da Livorno martedì 12 marzo e transitato da Milano giovedì 14, il tour celebrativo per il trentesimo compleanno di “Catartica”, l’esordio dei Marlene Kuntz, giunge all’Orion di Ciampino il giorno successivo. Quasi tutte le date sono andate sold-out con larghissimo anticipo, segno che il pubblico non ha smarrito il desiderio di riascoltare quelle canzoni, già protagoniste di un ciclo di concerti organizzato in occasione del ventennale, a fine 2014. Ma a differenza di dieci anni fa, quando il tour era interamente focalizzato sui brani di “Catartica” e di “Pansonica”, Ep pubblicato per l'occasione che raccoglieva sette inediti risalenti al medesimo periodo, questa volta i Marlene Kuntz hanno optato per un excursus allargato ad altre istantanee che contraddistinsero l'intero loro percorso ante-Duemila, aggiungendo una manciata di brani originariamente editi nei successivi “Il Vile”, “Come di sdegno” e “Ho ucciso paranoia”.
E lo fanno mostrando una forma invidiabile, come se il tempo per loro si fosse cristallizzato nella seconda metà degli anni Novanta. La platea, partecipativa e intergenerazionale, testimonia un ampliamento in atto nella composizione anagrafica dei fan della band, un pubblico che poga nei frangenti più tirati e canta all’unisono tutte le canzoni del repertorio. Fra i momenti più elettrizzanti, impossibile evitare di menzionare almeno le energetiche “1° 2° 3°” e “M.K.”, oltre agli apprezzati ripescaggi extra “Catartica”, alcuni più prevedibili (è il caso di “Ape regina”, fra gli episodi più amati della prima parte della loro discografia, estratto da “Il Vile”), altri decisamente inattesi, fra i quali spicca “Aurora”, una di quelle canzoni che non eseguono più tanto spesso, resa in una versione leggermente più lenta rispetto all'originale (la potete intercettare sia nell'Ep "Come di sdegno" che nel disco dal vivo "H.U.P. Live In Catharsis").
“Infinità” e “Ineluttabile”, due titoli che nobilitarono “Ho ucciso paranoia”, costituiscono la parentesi più avvolgente del set, e precedono un poker d’assi composto dall’infiammabile sequenza “Lieve”/“Festa Mesta”/“Sonica”/“Nuotando nell’aria”. Basterebbero queste quattro per mandare i fan a casa soddisfatti, testimonianze che tuttora leggittimano l'importanza dei Marlene Kuntz per la storia del rock alternativo italiano, nonché lo status di pietra miliare che è impossibile non riconoscere a un lavoro come “Catartica”.
I bis si aprono con “Ti voglio dire”, canzone estratta dal disco solista di Cristiano Godano, "Mi ero perso il cuore", questa sera dedicata a Luca Bergia (al quale in realtà è dedicato l’intero tour), batterista e membro fondatore dei Marlene Kuntz, scomparso di recente. L’altra unica deviazione dagli anni Novanta giunge nel secondo bis, quando la band rientra sul palco per congedarsi con un estratto da “Bianco sporco”, “Bellezza”, quella bellezza che la formazione piemontese continua a ricercare senza sosta, sia nei momenti più sonici che in quelli più carezzevoli, una ricerca che oggi diviene ancor più irrinunciabile, in questi tempi tanto complicati. Sul palco, accanto a Cristiano Godano e Riccardo Tesio, le due chitarre storiche, hanno suonato Luca “Lagash” Saporiti al basso, Davide Arneodo a synth, violino e percussioni, Sergio Carnevale (ex-Bluvertigo) alla batteria. Il tour proseguirà nelle prossime settimane: le date finora confermate si terranno a Padova, Firenze, Torino, Roncade (Tv), Bologna, Bari e Senigallia (An).