A quattro anni di distanza da "Blue Weekend", il loro ultimo acclamato album, i Wolf Alice sono tornati. Nella giornata di ieri hanno pubblicato il loro atteso singolo di ritorno, "Bloom Baby Bloom", annunciato da settimane sui social con un'efficace campagna di marketing che ha svelato la canzone poco per volta. Un brano che sta già ricevendo ampi consensi e che mostra una possibile nuova direzione stilistica che potrebbe intraprendere la band guidata da Ellie Rowsell con il suo nuovo lavoro, per il quale abbiamo ora una data di uscita: "The Clearing", il quarto disco dei Wolf Alice, sarà disponibile dal 29 agosto.
"Bloom Baby Bloom" appare diversa da qualsiasi canzone realizzata precedentemente dai Wolf Alice: coi suoi rimandi al glam rock e a un'estetica 70s colorata e sopra le righe, così come con i suoi continui cambi di tempo, richiama le Last Dinner Party. Ci sono anche echi di Kate Bush, ma allo stesso tempo i Wolf Alice non rinunciano alla loro parte più aggressiva, come testimonia l'isterico e urlato pre-chorus. Un singolo che, ancora una volta, mette in mostra tutta la bravura e la versatilità della leader, ormai in grado di gestire al meglio qualsiasi registro vocale. A livello strumentale, riescono in ogni caso a lasciare il segno anche gli altri membri, ai quali viene concesso un mini-assolo a testa (prima di chitarra, poi di batteria e infine di basso) dopo il primo ritornello. Il video, ispirato al film di Bob Fosse "All That Jazz - Lo spettacolo comincia", è stato diretto da Colin Solal Cardo (già al lavoro con Charli XCX, Robyn, Christine & The Queens e i Phoenix) con la coreografia di Ryan Heffington.
Descritto dagli stessi Wolf Alice come "un album di classico pop-rock che guarda agli anni 70 pur restando ben radicato nel presente — probabilmente il disco che i Fleetwood Mac avrebbero scritto oggi se fossero cresciuti nel nord di Londra", "The Clearing" appare come un progetto ambizioso da parte di una band che dà la sensazione di voler ampliare ulteriormente la propria platea. Tutte le mosse - dal passaggio da un'etichetta indipendente come la Dirty Hit a un colosso come la Columbia, alla scelta di un produttore di grido (Greg Kurstin, vincitore di nove Grammy), fino alla nuova immagine della band che sembra maggiormente incentrata a valorizzare Ellie Rowsell - vanno verso quella direzione. Se i brani saranno tutti del livello di "Bloom Baby Bloom", però, nessuno potrà lamentarsi.