Con "Ainsi soit je..." (1988) che diventa uno dei casi discografici di fine anni Ottanta, rimanendo nella Top 10 francese per ben 44 settimane, l'entrata in studio per lavorare al seguito viene costantemente posticipata. Così, laddove fra il primo e il secondo album di Mylène Farmer era passato meno di un anno e mezzo, per "L'autre...", sua terza fatica, se ne dovranno aspettare più di tre.
La squadra che vi lavora è la stessa: Laurent Boutonnat compone, arrangia, produce e suona le tastiere, Thierry Rogen programma i ritmi e cura la tecnica del suono, Bernard Paganotti suona il basso [nota 1] e Slim Pezin le chitarre. Farmer, oltre a firmare i testi, ci mette volto e voce.
Nato in una famiglia di alto rango, Boutonnat ha avuto la strada spianata sin da giovane: il padre, pluridecorato, ha occupato i piani alti di Croce Rossa e Wwf, mentre la madre è stata all'interno delle istituzioni francesi per decenni, come consigliera e sottosegretaria di vari ministeri. Ha così potuto studiare cinematografia e musica sin da bambino, e rimediare l'appoggio della Rca ancora prima di trovare qualcuno cui far cantare le sue composizioni. È lui che, durante un'audizione, scova l'attrice in erba Mylène Gautier e decide di assoldarla ancora prima di sentirla cantare, convinto dal suo aspetto.
I due scoprono di avere i gusti molto vicini a livello artistico, dalla musica al cinema, passando per la letteratura: fra le passioni che condividono, c'è l'ammirazione per la sfortunata attrice americana Frances Farmer, stella della Hollywood anni Trenta la cui carriera venne compromessa da una diagnosi di schizofrenia paranoide. Mylène decide di adottarne il cognome e sin dai primi testi che scrive è chiaro quanto abbia a cuore la salute mentale e le problematiche correlate.
La novella Farmer può sembrare inizialmente una figura malleabile nelle mani del proprio produttore, come a suo tempo France Gall con Serge Gainsbourg: nel suo primo album, "Cendres de lune" (1986), Boutonnat firma quasi da solo musica e parole, oltre a dirigere i video per accompagnare i singoli di lancio. Già da "Ainsi soit je...", però, i testi sono interamente della cantante, che da lì in poi andrà acquisendo sempre più peso, fino a comporre anche la musica delle proprie canzoni (la prima sarà "Tomber 7 fois..." nel 1995), a far dirigere i propri video da altri registi e infine a collaborare con altri produttori.
Cura inoltre in proprio, col supporto di alcuni professionisti (Sophie Tellier negli anni Ottanta, Christophe Danchaud nei Novanta), le coreografie di tutti i balletti, colonna portante di ogni suo concerto e parte fondamentale dell'immaginario legato alla sua figura.
Queste precisazioni sono necessarie al fine di specificare che Farmer è un personaggio con una propria visione artistica e perfettamente capace di orientarsi: se per molto tempo ha lasciato il timone a Boutonnat è stato per affinità elettiva e per fiducia nelle sue capacità artistiche, non certo per mancanza di iniziativa. Che l'apporto della cantante sia fondamentale è del resto facilmente comprovabile: all'infuori di Farmer, Boutonnat non ha prodotto alcun artista di rilievo, se si fa eccezione per la non esaltante esperienza dell'idolo per adolescenti Alizée. Anche in quel caso, però, si è trattato di un fuoco di paglia durato appena un paio d'album: nonostante Farmer le abbia curato i testi, senza la sua voce e la sua presenza scenica il gioco non poteva durare.
Pertanto, anche se "L'autre..." appartiene ancora all'epoca in cui il timone è saldamente in mano a Boutonnat, non si deve commettere l'errore di ritenere Farmer il mero volto dell'operazione.
"Désenchantée", singolo di lancio dell'album, esce nel marzo del 1991 e alla fine di aprile raggiunge il primo posto in classifica, dove rimane per nove settimane: risulterà il secondo singolo più venduto dell'anno. [Nota 2]
Il video voluto da Boutonnat è un mini-film di dieci minuti in cui Farmer, in abiti maschili, viene reclusa in un campo di concentramento per ragazzi, dove finisce per guidare una rivolta. Bruciato il campo e uccisi i soldati a sua custodia, tuttavia, i rivoltosi si ritrovano a vagare senza meta in una steppa glaciale in cui non si intravede alcuna traccia di civiltà all'orizzonte. Il filmato dura dieci minuti, il doppio della canzone: il primo minuto e mezzo è stato così riempito con un caotico remix, mentre i titoli di coda sono accompagnati da uno sfondo di musica ambient. Si tratta di soluzioni efficaci per il video, ma è un bene che non compaiano nella versione uscita come singolo e poi inserita nell'album, non avendo motivo di esistere senza le immagini a sostegno.
"Désenchantée" è un inno dance-pop con una maestosa introduzione di pianoforte e un trillo di sintetizzatori orchestrali che ne scandisce l'andamento a più riprese, ora comprimendosi, ora dilatandosi. La sezione ritmica è composta da una drum machine, una linea di synth bass e una di basso acustico alternate e a tratti sovrapposte. L'iconico ritornello è sospinto da un coro femminile, pur dal carattere efebico e dal timbro vicino alle voci bianche, da una chitarra distorta (tenuta abbastanza dietro nel mixaggio da non risultare invasiva) e nel finale da stratificazioni di voci via via più fitte.
È una veste sonora sontuosa, la cui dimensione epica ben si adatta al senso di smarrimento descritto dal testo:
Nuotare nelle acque agitate degli indomani,Benché Farmer abbia dichiarato che durante la stesura non avesse intenzione di dipingere un manifesto politico-sociale, ma soltanto di rappresentare il proprio stato d'animo, quei versi sono diventati il simbolo di una generazione e hanno donato senso di appartenenza a quella che è poi diventata una delle legioni di fan più fedeli della scena francese.
galleggiare nell'aria troppo pesante del nulla quasi assoluto.
A chi tendere la mano?
Se devo cadere dall'alto, che la mia discesa sia lenta
non ho trovato pace che nell'indifferenza
eppure vorrei ritrovare l'innocenza
ma niente ha senso e niente funziona.
Tutto è caos, e per giunta
tutti i miei ideali, parole guaste.
Cerco un'anima che possa aiutarmi
appartengo a una generazione disincantata
Lontano, lontano dal mondoSe "Pas de doute" si muove sugli stessi sentieri di "Désenchantée", con il suo dance-pop trionfante, "Beyond My Control" è un cupo electropop per campionamenti vocali astratti, synth orchestrali e dure batterie dal timbro industrial.
dove nulla muore mai
ho fatto questo lungo, dolce viaggio
le nostre anime si fondono alle nevi eterne
l'amore ha nascosto il suo vero volto.
[...]
Manteniamo l'innocenza e l'incuria dei nostri giochi di una volta emozionanti.
Non avere rimpianti
fidati di me e pensa a tutti i "no way"
l'indifferenza dei sensi
non avere rimpianti
fai la promessa
tu sai che l'inverno e l'autunno non si sono potuti amare
14/08/2022