Rafael Anton Irisarri

Daydreaming

2007 (Miasmah)
electro-acoustic, ambient

L’accostamento tra pianoforte ed elettronica non rappresenta certo una novità in molte recenti produzioni ad opera di compositori più o meno riconducibili alla definizione di “classica contemporanea”. Mirabili esempi della declinazione in chiave moderna di un approccio musicale in prevalenza classico sono stati, infatti, forniti nel corso degli ultimi anni dalle opere di artisti come William Basinski, Sylvain Chauveau, Eluvium, Library Tapes, nonché da molte produzioni della celebrata Type Records (tra le quali ricordiamo da ultimo Helios), che della commistione tra elettronica e classicismo ha fatto la sua quasi esclusiva vocazione. Del resto, vi è un sottile filo che lega il produttore e compositore di Seattle Rafael Anton Irisarri all’esperienza dell’etichetta inglese, poiché il suo album di debutto esce non a caso per la Miasmah, giovane etichetta di Erik Skovdin, già partecipe di due importanti progetti di casa Type, quali Deaf Center e Svarte Greiner.

In virtù di tali premesse, è già piuttosto chiaro cosa ci si possa attendere da un album come “Daydreaming”, il cui titolo rispecchia peraltro in pieno le atmosfere e lo spirito delle sue sette tracce, dalla durata complessiva di soli trentaquattro minuti. A conferma di tutte le aspettative, “Daydreaming” è infatti un album di delicatezze elettroacustiche, incentrate sull’emozionalità del pianoforte, intorno alla quale affiorano qua e là tenui riverberi chitarristici e suoni liquidi derivanti dall’impiego della tecnologia dei synth quasi esclusivamente in fase di produzione, per creare piccole ambientazioni sonore dai contorni al tempo stesso sognanti e venati di oscura malinconia; scatole sonore tenere e dilatate, adagiate su un registro compositivo estremamente minimale, perle disciolte in un liquido che scroscia, fluisce liberamente, lascia andare ogni colore, sprizzando nell’aria.

Inizia “Waking Expectations” centellinando note al ritmo della morte, solcate da piccoli toni elettronici di rara grazia melodica. Si prosegue con la calma, con la pace intrisa nell’animo.
La rarefazione è ancor più accentuata nella successiva “A Thousand-Yard Stare”, brillante e gentile, capace di cesellare, con sapienza, atmosfere appena abbozzate, eppure così definite nella loro impalpabilità. Piccoli sibili, quasi sotto forma di anelito, danno un tocco che lascia impronte indelebili nell’ascoltatore.
Un approccio leggermente più scontroso e disordinato si manifesta in “Wither” dove il piano, casualmente, posiziona note pungenti, forti, decise. Piccole meteore, o stelle, se ne vanno per lo spazio, nelle vesti dei timbri regalati dal synth, coadiuvando lo spazio a rendersi più oscuro e luminoso al tempo stesso. Appare vagamente svogliata una chitarra, sempre giacente distesa nei suoi interventi sporadici, attorniata da limpidi fiori, alle volte nascosti, in altre occasioni capaci di rivelarsi in tutta la loro prorompente bellezza.

Un episodio completamente ambientale (“Voigt-Kampf”), peraltro molto riuscito, si affaccia con attenzione ai particolari, raggiungendo frangenti di pura emozione estatica, il cui proseguimento, “Fractal”, si attesta su una linea similare, leggermente screziata da scorie elettroniche più disgregate, vicine a certe sperimentazioni ambient-glitch già sentite in passato in artisti quali Oval, Loess e Pimmon.
La conclusione è affidata a una briciola di beat amatoriale, spezzata, irraggiungibile e impercettibile, impalpabile per natura: scorre, la finale “A Glimpse”, si lascia andare in rarefazioni di tatto comune a chi ha sensibilità artistiche raffinate.

Con i suoi delicati quadretti impressionistici, “Daydreaming” rivela, in definitiva, tutte le qualità di un artista che riesce a collocarsi con pari dignità accanto ai migliori interpreti di un ambito musicale invero di recente piuttosto frequentato, dimostrando come, con l’aiuto di una discreta capacità riassuntiva, si possa dar sfogo alle proprie emozioni senza annoiare o disturbare ma, anzi, incantando e sperando di trovare condivisione ai propri sogni a occhi aperti.

27/03/2007

Tracklist

  1. Waking Expectations
  2. A Thousand-Yard Stare
  3. Wither
  4. Lumberton
  5. Voigt-Kampf
  6. Fractal
  7. A Glimpse

Rafael Anton Irisarri sul web

Tutte le recensioni su OndaRock
RAFAEL ANTON IRISARRI
Distance

Dall'archivio del compositore statunitense, due brani tratti da una compilation pubblicata sulla rivista The Wire nel 2010

RAFAEL ANTON IRISARRI
Agitas Al Sol

Due lunghe suite elettroniche registrate nel 2019 che ripropongono il tema della solastalgia

LEANDRO FRESCO & RAFAEL ANTON IRISARRI
Una Presencia En La Brisa

Seconda collaborazione tra New York e Buenos Aires dei due compositori

RAFAEL ANTON IRISARRI
Peripeteia

Un apparente punto di svolta per l'affermato compositore americano

RAFAEL ANTON IRISARRI
Solastalgia

Il compositore americano descrive la paura e l'angoscia per gli inarrestabili cambiamenti climatici

RAFAEL ANTON IRISARRI
Midnight Colours

La colonna sonora del giorno del giudizio e della "mezzanotte" dell'umanità

RAFAEL ANTON IRISARRI
Sirimiri

Dopo la mezzanotte emergono lievi barlumi di luce nell'estetica del compositore americano

RAFAEL ANTON IRISARRI
El Ferrocarril Desvaneciente

Il compositore americano arricchisce il suo catalago di musica per ambienti

LEANDRO FRESCO & RAFAEL ANTON IRISARRI
La Equidistancia

Ibridazione perfetta nell'inedita collaborazione di uno dei maestri dell'elettronica contemporanea

GAILES
Seventeen Words

Rinnovata collaborazione tra due pilastri dell'elettronica di ricerca contemporanea

RAFAEL ANTON IRISARRI
The Shameless Years

L'impietosa descrizione della moderna società americana diventa l'emblema degli attuali "anni senza vergogna"

RAFAEL ANTON IRISARRI
Will Her Heart Burn Anymore

Solo sessanta copie per questo piccolo gioiello firmato dall'impressionista americano

RAFAEL ANTON IRISARRI
A Fragile Geography

L'artista americano firma un disco-emblema dell'attuale avamposto della musica atmosferica

RAFAEL ANTON IRISARRI
The Unintentional Sea

L'angosciante storia del lago Salton ispira la nuova opera ambient del polistrumentista californiano

THE SIGHT BELOW
It All Falls Apart

Ambient-techno e carezze dreamy in un'emozionante sintesi elettronica