Mahjongg

Kontpab

2008 (K Records)
etno-wave, disco-funk

Ero certo che la Mahjongg si fosse dispersa per sempre nei vicoli ciechi del circuito indipendente, incapace di seguire gli andazzi frenetici del mercato indie, isolata com’era (e com’è) nel singolare credo del Dio Kontpab. Quando ho intravisto la comune nei radar della K Records, non ho creduto ai miei occhi.
Tre lunghissimi anni dall’ottimo “Raydoncong 2005”, esordio post-Ep (“Machinegong Ep”, del 2004) che prometteva grandi cose nell’immediato. Tanto c’è voluto per metter su “Kontpab”, tra riti arcaici e credi anacronistici, la comune di Chicago ha ben pensato di allargare l’attitudine elettro-funkeggiante con infiltrazioni etniche d’ogni sorta, inserendo nuove carte (e regole) sul tavolo da gioco (il Mahjongg è per l’appunto un antico gioco da tavola cinese, che tradotto letteralmente significa ”uccello di canapa" (?)).

Sostanzialmente, è davvero inutile chiedersi chi (e con cosa) stia oscillando i filamenti che sorreggono quest’opera bizzarra, ma al tempo stesso dannatamente ammaliante. Anche perché nessun componente della band (?) sembra intenzionato alla celebrità, anzi, si evince un atteggiamento di massimo riserbo nominale.
“Kontpab” è un disco che mescola a viso aperto Talking Heads,  “Kottbusser Torr” rimanda di scatto all’afrowave del trittico iniziale di “Remain In Light”, e succulenti tribalismi elettronici d’assalto funkadelico (“Pontiac”): immaginate un George Clinton seduto (!) dietro a un mixer, in qualche strambo locale berlinese, perso tra beat frastagliati al laptop e nostalgiche progressioni funk in salsa  rumba.

C’è una strana conformazione stilistica che seduce e disorienta, l’intento è, se non altro, quello di allargare gli orizzonti dell'indie-elettro-pop giocando al videogame (“Tell The Police The Truth”), oppure ironizzando su uno sfondo new wave, tra bonghi e confuse dilatazioni al synth in coda rigorosamente anni Ottanta. Come sia possibile mescolare i Black Eyes di “Cough” e gli ultimi Liars (“Rise Rice”) resta un un piacevole mistero, così come è palese anche una certa vicinanza, in alcune tracce del disco (“Mercury” e “Those Birds Are Bats”), alle recenti esplorazioni/fughe post punk-funk dei nostri Disco Drive.

L’alternanza spiazza ed esorta a paralleli alquanto allucinati, vedi l’incrocio amorfo tra il pop retrofuturista, mutante di Arthur Russell e un Peter Cafarella in preda al delirio (“Teardrops”).
Se cercate una risposta dadaista ai vostri sogni etno-wave, mettetevi pure comodi: la partita al  Mahjongg è appena (ri)comiciata.

12/02/2008

Tracklist

  1. Pontiac
  2. Problems
  3. Kottbusser Torr
  4. Tell The Police The Truth
  5. Those Birds Are Bats
  6. Wipe Out
  7. Teardrops
  8. Mercury
  9. Rise Rice

 

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