I livornesi BadLoveExperience tornano ad affacciarsi sulla scena rock nazionale a tre anni di distanza dall’omonimo esordio, ben accolto dalla critica di settore. La musica della band toscana, di recente apparsa nell’ambito di un breve cammeo (nei panni del gruppo beat “Le Nuove Dimensioni”) nell’ultimo film di Paolo Virzì, “La Prima Cosa Bella”, si dimostra artefice raffinata di un variegato eclettismo stilistico, capace di metabolizzare con eleganza e naturale sicurezza spunti psichedelici, ficcante attitudine garage-rock’n’roll e misurati accenni di power pop, il tutto sostenuto da un solido songwriting d’impronta abbastanza classica, sempre fluido e capace di risolversi nella superiore felicità di una melodia lineare e perfettamente cantabile.
I riferimenti spaziano moto, ma in generale l’immaginario è marcatamente sixties britannico, dai Beatles post-Sgt. Pepper e da certi Who per arrivare ai Kinks, passando per band più esoteriche e sotterranee come Tomorrow, Pretty Things, Creation, o Move. Ma la scrittura ha una sua freschezza e agilità di movimento complessivo, che fa venire in mente chi in tempi più recenti ha cercato di riconnettersi e rivitalizzare questo patrimonio di sonorità, ad esempio Coral, Zutons, Bishops, Gomez, Electric Soft Parade o Bees. Le canzoni sono in linea di massima molto belle, sia quando viaggiano lungo il registro più calibrato della ballata melanconica (“All The Heroes, unfamous people” o “Walking On My Feet”), sia quando si aggrappano a un suono più densamente stratificato e crepitante (“21th century Boy”, tra le migliori, ma anche “Somebody Burn To Walk (And Some To Fly)” e “Dear Maver Body”).
Per tutti gli appassionati di una certa idea di rock, germogliato all’ombra della Union Jack e poi maturato nel gioco continuo di rimandi tra decenni, questo disco rappresenta senz’altro un bel “toccasana” rigenerante e sottilmente necessario. Ma anche per tutti gli altri, i BadLoveExperience potrebbero senza dubbio rappresentare una graditissima sorpresa.
14/09/2009