Responsabilità alle quali gli Horrors rispondono portando il discorso da tutt'altra parte, attraverso un album denso e labirintico, immaginato e costruito ingranaggio su ingranaggio nel loro studio, in completa autarchia creativa. Come già l'incredibile singolo "Still Life" (più U2 degli ultimi U2) ha annunciato a trombe spiegate, "Skying" è un album che dimentica le distorsioni e il rumore granuloso ripiegato a falde e strati spessi del precedente "Primary Colours".
Gli Horrors hanno fatto del camuffamento un'arte più raffinata e temeraria della verità, questo è noto, ogni loro creazione è infatti una ri-creazione e ogni loro suono una magnifica ri-sonanza di altri suoni galleggianti nella nostra memoria inconscia come spettri. In tutto ciò risiede, in senso stretto, la potente contemporaneità della band e da questo punto di vista gli Horrors restano perfettamente coerenti alla poetica che sin dall'inizio ne ispira le gesta, riposizionando i propri territori di caccia in un immaginario new wave che non potrebbe intendersi e volersi più classico e ortodosso. L'immaginario romantico e declamante dei Simple Minds (sentite la splendida "I Can See Through You", quasi un omaggio programmatico) così come di Psychedelic Furs, Chameleons, Danse Society, Theatre Of Hate o Sad Lovers And Giants, tanto per intenderci.
Degli antichi retaggi sopravvivono certe code o ouverture psichedeliche tendenti all'ampia veduta strumentale, che mettono bene in evidenza il gusto e la raffinata eleganza esecutiva della band (si considerino l'atmosferica "Endless Blue", la bellissima "Moving Further Away", con le sue liquide pennellate di synth in dissolvenza, o "Oceans Burning", ai limiti del dream-pop) ma, nel complesso, "Skying" brilla di una bellezza propria e diversa, né superiore né inferiore rispetto a quanto già dimostrato dalla band in passato. Si dirà forse che c’è meno introspezione e più forma, meno dolore e più superficie, ma canzoni come "Dive In", "Monica Gems" o "Wild Eyed" parlano da sole: il gruppo ha ormai conseguito un'identità che si compone di infinite e vertiginose similitudini, consegnando alle orecchie dell'ascoltatore un frutto maturo e agrodolce, generato da innesti multipli di sapori ed essenze combinate tra loro.
Per tutte queste ragioni (e per tante altre, che scoprirete o non scoprirete ascoltando): lunga vita agli Horrors.
(09/07/2011)