Moonface

Organ Music Not Vibraphone Like I'd Hoped

2011 (Jagjaguwar)
songwriter, electro

Il tracotante, esorbitante, egocentrico (non solo prolifico) Spencer Krug, co-fondatore dei rinomati Wolf Parade assieme a Dan Boeckner (anche titolare degli Handsome Furs), dà piena vita al progetto - completamente in solitaria - a nome Moonface, già testato tramite l'Ep "Dreamland" dell'anno scorso, con "Organ Music Not Vibraphone Like I'd Hoped".
I brani sono solo cinque e la durata media si aggira attorno ai sei-otto minuti per brano, ma la pretesa maggiore Krug l'avanza nel ritmo frenetico e nello scenario in crescendo di "Fast Peter": dapprima una sorta di Stereolab accelerati, quindi una variazione per tastiere elettroniche vetuste (ecclesiastiche alla M83, e non "organ music" come da titolo) quasi-virtuosistiche un po' stucchevoli a fargli da specchio.

A Krug non manca la voglia di fare e mettersi in discussione, quanto piuttosto la vera sostanza di musicista. Il crescendo è l'unico elemento di composizione a giocare il ruolo di comun denominatore di queste pièce monologiche. Sia "Return To The Violence Of The Ocean Floor" che "Whale Song (Song Instead Of A Kiss)" espongono il suo nevrotico flusso di coscienza, non esattamente un bel sentire né dal punto di vista vocale (non è David Byrne) né dal quello testuale (non è Bob Dylan). Dal punto di vista musicale, "Return To The Violence" si basa su un ricco tappeto Kraftwerk-iano insistente, mentre "Whale Song" diventa più barocca man mano che aumenta l'ansia nel tono della declamazione e la carica nel tempo mantrico della smunta drum machine, ma - più che uno studio su fuga e contrappunto - sembra una normale celebrazione di loop e arpeggiatori.

La lamentazione à la Neil Young di "Loose Heart = Loose Plan" (il brano più corto), immersa in arrangiamenti amatoriali, spiega al meglio il tutto: una comicità involontaria che mischia alla rinfusa sacro (introspezione) e profano (il giochicchiare con gli strumenti).


Non contento delle sue abbondanti emanazioni artistiche, Krug aggiunge quella del non-musicista vintage, un wannabe-Brian Eno (ma anche solo wannabe-Dan Deacon) di partiture kitsch di seconda mano che trovano un punto dilettevole in pimpanti, strampalate improvvisazioni alle tastiere. Gli arrangiamenti di qualità amatoriale rigettano le ampie durate dei brani ma, nella loro sgradevolezza quasi Throbbing Gristle-iana, divertono. Un dubbio: come sarebbe venuto in versione "Vibraphone"?

21/09/2011

Tracklist

1. Return To The Violence Of The Ocean Floor
2. Whale Song (Song Instead Of A Kiss)
3. Fast Peter
4. Shit-Hawk In The Snow
5. Loose Heart = Loose Plan

Moonface sul web