"Attack On Memory" è un album carico di riferimenti vari, particolarmente radicati nell'humus di un indie-rock di fine anni Ottanta/primi anni Novanta (Pixies e Pavement essenzialmente, ma anche i più recenti Strokes e Japandroids), devianti a volte in un quasi post-rock ad andamento slo-core (a voler riprodurre il pathos narcotizzante e catatonico degli Slint o dei Seam), sino a esplorazioni emotive (o meglio solo "emo") cariche di urgenza post-hardcore non del tutto slegata, tuttavia, dall'originaria attitudine canzonettara (le melodie di facile presa punk-rock collegiale di "Fall In" e "Cut You").
L'adrenalinica vitalità che fuoriesce da pezzi come "Wasted Days" (seppur eccessivamente prolissa nella parte strumentale) o "No Sentiment" (quello che probabilmente riesce a condensare meglio la propria tensione) costituiscono un buon viatico per il futuro, anche se non sciolgono il dubbio relativo alla disparità di crescita esistente tra la parte sonora, dovuta evidentemente alla bravura e all'esperienza di Albini, e quella più direttamente insita nella qualità delle canzoni, ancora non particolarmente e continuativamente centrata. Ma forse se consideriamo che tutto ciò che attualmente connatura il genere, lo stile, l'attitudine stessa nel realizzare musica, è ritenuto essere "alla moda", evidentemente le responsabilità a livello creativo e qualitativo non sono da attribuire solo ai giovanissimi Cloud Nothings.
(22/01/2012)