Non ci soffermiamo su gli illustri side-project degli scapestrati in questione, oramai arcinoti ai più, e pensiamo alla musica. "Opera", secondo capitolo della saga Zeus! che ha già ottenuto con merito una distribuzione Rough Trade, suona come qualcosa di simile ai Primus remixati dai Fantômas e suonato in reverse dagli Anal Cunt in un casolare in aperta campagna. Assurdo, direte. Esatto. In "Sick And Destroy" la voce del genio folle dell'hardcore californiano, Justin Pearson, rimbalza in un minuto e venticinque di suono impenetrabile, colorando di Retox l'intero umore del disco. Da sola, questa traccia, vale la candela.
Ma non c'è solo asfissiante isteria sonora. Ecco così comparire il theremin dell'immenso Vincenzo Vasi nella succitata "Lucy In The Sky With King Diamond" e in "Eroica", due dei momenti più marcatamente kraut-space-rock del disco. Nicola Ratti, già compagno d'avventura di Mongardi nei Ronin, invece fa capolino su "La Morte Young" e "Giorgio Gaslini is Our Tom Araya". Ne viene fuori una samba psicotica, prima, e una macumba bantu dopo. No, aspettate, forse è più esatto il contrario. Blast But Not Liszt, anche "Set Panzer To Rock", futura nuova apocalisse dal vivo, e "Beelzebulb", che suona come i Grime a colazione da Angelo Badalamenti.
In "Opera" Luca e Paolo (ops!) ritornano a essere soli, semplice duo che si occupa solo di assemblare tutti gli ingranaggi a loro disposizione. Sputando olio, bile, ironia, liquido amniotico e sperma. Ne nascono così altre undici strutture sonore dotate di straordinaria forza. Del resto, quando si possiede la forza delle idee ci vuole poco per fare centro: poco più di mezz'ora di musica che, una volta tanto, ha un senso.
(14/02/2013)