Hercules & Love Affair

The Feast Of The Broken Heart

2014 (Moshi Moshi)
nu-disco, house

I wanted nasty basslines, stormy bleary-eyed sounds, fiery rough tough and ragged old school house production that sounded almost techno. I didn't want polite, I wanted aggressive.
L'intento di Andy Butler è stato chiaro fin dalla press release qui sopra. Cresciuto a pane e dj-set nei locali più spinti d'America, e oggi costantemente in giro per il globo a destreggiarsi coi piatti, il fulvo dj sa bene come lavorarsi la pista da ballo, quando si tratta di mettere mano alla cassa il pubblico pagante è sempre in buone mani. La mitologica creatura Hercules & Love Affair è la famosa formazione liquida con la quale Andy "ufficializza" le uscite su formato di album. E lo fa mediante l'uso di una forma-canzone più definita e una parata di ottimi vocalist sempre diversi a dare man forte (in passato ci sono stati voci del peso di Antony, Nomi, Kele e tantissimi altri).

Su carta quindi "The Feast Of The Broken Heart" segue la formula del featuring, ma l'atmosfera adesso è drasticamente cambiata: secca, cruda e molto poco educata, tanto che il mito dell'antica Grecia sembra un ricordo lontano. Il titolo del nuovo album - nonché la tragicomica copertina scelta per rappresentarlo - alludono a un momento sentimentale piuttosto oscuro per Butler e, apparentemente nel caso suo, la miglior cura al mal d'amore sembra quella di sudare in pista fino all'alba. I nuovi vocalist vengono affogati in un bagno di beat crudi e synth serpeggianti, un dance-de-force reminescente degli anni d'oro delle gay-disco newyorkesi. Dimentichiamoci i momenti più squisitamente art del precedente, sottovalutato "Blue Songs": gli H&LA oggi hanno voglia di far ballare davvero. Peccato, semmai, che, nello scatenarsi in pista con tale foga, a questo giro si siano dimenticati dell'ascoltatore casuale rimasto ancora seduto.

Un insolitamente meno musone John Grant mette bocca ai momenti migliori, ovvero "I Try To Talk To You" (di cui potete vedere lo splendido videoclip qui a destra) e l'intensa "Liberty", una melodia arabeggiante affogata di blip blip robotici e un'interpretazione degna di Marc Almond. Anche la forbita cantautrice Krystle Warren si lascia alle spalle il suo fardello black per intonare "My Offence" condita da appiccicosi refrain (ricordate TEED?).
Godibili anche il saltellante singolo "Do You Feel The Same?", intonato da un esagitato Gustaph, e l'introspettiva soulful-house di "Think", con la sfavillante personalità punk-queer Rouge Mary al microfono. Tuttavia, già su questi brani si può notare la mancanza di un aggancio veramente memorabile capace di poter fare un crossover verso le platee e il pantheon del Pop come ai tempi di "Blind". Il resto del disco scorre via decisamente innocuo dal punto di vista melodico, che sia l'ipnotismo di "The Light", le estenuanti ripetitività di "5.43 To Freedom" e "That's Not Me", o la pasticciata "The Key" posta in chiusura. Anche l'introduzione di "Hercules Theme 2014" non è particolarmente invitante come potrebbe per schiudere le porte del lavoro.

Evitiamo pure di fare scomodi confronti con un passato ingombrante, ma anche al netto di ciò "The Feast Of The Broken Heart" non sempre riesce a lasciare il segno. A tratti troppo poco variegato nello stile, e scandito da una pulsazione squadrata che alla lunga si fa estenuante, il terzo album degli H&LA non rende sempre bene all'ascolto di per sé. Certo, se quest'estate dovessero passarvi una "Do You Feel The Same?" mentre vi trovate in pista, voi non fate i timidi e sculettate pure senza vergogna, lo scopo prefisso da Andy a conti fatti è proprio quello.

17/05/2014

Tracklist

  1. Hercules Theme 2014
  2. My Offence
  3. I Try To Talk To You
  4. That's Not Me
  5. Think
  6. 5.43 To Freedom
  7. The Light
  8. Liberty
  9. Do You Feel The Same?
  10. The Key


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