E' di questi giorni la riedizione del primo mini-album degli inglesi The Danse Society, "Seduction", che fu già ristampato nella stessa identica versione ampliata (comprendente tutti i primi singoli della band) dalla Anagram nel 2001. Chi ama i suoni scuri e romantici al tempo stesso di questo longevo gruppo (si è infatti riformato da poco), assurto con il tempo a uno status "cult" presso parecchi fan del post-punk gotico, farebbe bene a procurarsene una copia, anche in virtù del fatto che viene venduta a basso prezzo.
Per la verità, i Danse Society non hanno mai brillato per particolare fantasia creativa, traendo a piene mani ispirazione musicale da gruppi come Bauhaus e da tutti quelli della prima ora della scuderia 4AD (In Camera, Mass, Rema Rema). Tutto ciò che loro fecero di proprio pugno fu inserire un pizzico di fatalismo e di romanticismo in più, cosa che li aiutò a rangiungere alti posti nelle chart indipendenti, soprattutto in Inghilterra e in Italia, mentre rimasero sempre ai margini del mercato americano.
Il tocco forse più originale del loro sound fu quello alle tastiere di Lyndon Scarfe, che con i suoi contrappunti a volte dissonanti e talvolta tenebrosi, cercava di rendere meno scontate le canzoni, che erano infatti piuttosto derivative. La versione originale di "Seduction" uscì nel formato 12" nel 1982 per la propria etichetta Society e conteneva solo sei brani, mediamente lunghi. Questa versione expanded include fortunatamente anche i primi singoli, che uscirono, sempre autoprodotti, tra il 1980 e il 1982 e che risultano più accattivanti dei pezzi contenuti nel loro mini-Lp.
"Clock" (1981) è particolarmente pregevole, così come il suo retro "Continent", brani fortunatamente ancora non contaminati dal kitsch, visto che suonano come una versione straniante dei Bauhaus e dei primi Modern English.
La magia, però, durò poco e subito la band iniziò a cavalcare la moda del momento, sulla scia dei vari Chameleons, A Flock Of Seagulls, Red Lorry Yellow Lorry e Gene Loves Jezebel, perdendo così credibilità presso i critici, ma guadagnandosi i favori del pubblico.
La lunga "In Heaven (Everything Is Fine)", "These Frayed Edges" e "Ambition" pure sono degne di nota, dato che fanno tesoro di un capolavoro come "A-Z" di Colin Newman, pur non raggiungendo lo stesso livello artistico. Purtroppo, le canzoni "trance & romance" moderatamente ballabili come "Hide", "Somewhere" e "Danse/Move" risultano fiacche e eccessivamente derivative rispetto a modelli più "mainstream" come Cure e Siouxsie. La stessa strada proseguì per il loro primo vero album, "Heaven Is Waiting" (Arista 1984), che fu una delusione totale, su tutti i fronti.
I Danse Society erano originari di Barnsley, un piccolo centro nei pressi di Sheffield. La vicinanza geografica con gruppi del calibro di Cabaret Voltaire e Clock Dva faceva presagire per loro ben altri sviluppi artistici. Purtroppo, la storia non ha dato loro ragione.
29/04/2014