Paul Chain - Violet Art Of Improvisation (ristampa)

2015 (Minotauro)
doom, psichedelia

Ai tempi della pubblicazione del doppio album "Violet Art Of Improvisation" (Minotauro, 1989), Paul Chain erà già considerato una piccola leggenda nazionale della scena heavy-metal italiana, avendo alle spalle una discreta discografia solista (compresi alcuni 7", cassette e partecipazioni a compilation varie) e, soprattutto, per aver dato i natali, insieme a Steve Sylvester, ai famigerati Death SS.

Paul Chain era ben considerato dalla stampa alternativa del settore (su Rockerilla veniva spesso esaltato da giornalisti come Beppe Riva e Claudio Sorge), ma "Violet Art Of Improvvisation" spiazzò più di un fan, alla sua uscita, dato che era sostanzialemente un lavoro che raccoglieva vecchio materiale inedito, di stampo prettamente psichedelico e del tutto improvvisato, almeno quello contenuto nel primo dei due dischi (con brani registrati nel 1981 e 1984). D'altronde, l'improvvisazione è sempre stata una prerogativa principale nell'arte di Paul Chain.
Il secondo disco, invece, presentava canzoni dark registrate nel 1986, relativamente più normali e dagli arrangiamenti elettronici, il che alimentò il sospetto di un'opera divisa in due parti ben distinte e separate. Non si tratta però di volgari scarti di demo, bensì di alcuni tra i più arditi esperimenti del chitarrista pesarese.

Il Lato A del primo disco è interamente occupato dalla sterminata "Tetri Teschi in Luce Viola" che, con i suoi ben trentuno minuti di durata, è un po' la risposta di Paul Chain a "Le Ultime Parole di Brandimarte" de Le Stelle di Mario Schifano, non dimenticando però la lezione di alcuni gruppi new wave sperimentali come i Factrix.
Il brano si apre con una specie di Toccata e Fuga per organo di Bach per poi far posto a una voce maschile che recita una preghiera in latino. Da lì in avanti, prende forma il pezzo vero e proprio, con le sue assurde svisate chitarristiche, composte da glissando e assoli psichedelici, il tutto su una ritmica metronomica, sempre uguale dall'inizio alla fine (i Can alla lontana) e con un organo acido che fa da contraltare. La voce riverberata di Paul Chain (che recita frasi incomprensibili) viene per tutto il tempo tenuta sullo sfondo.
Dinanzi a tutto ciò, i soli cinque minuti di "Emarginante Viaggio" sfigurano al confronto e fanno solo da trait d'union con l'altro chilometrico brano, "X-Ray", che però dura solo ventitré minuti (il quale inizia con della psichedelia liquida e acid-rock, per poi confluire in un marasma sonico dove la chitarra e la batteria sono lasciate libere di improvvisare a casaccio), ma a cui avrebbe sicuramente giovato una sfoltita qua e là.

Il secondo disco contiene invece alcune tra le sue migliori canzoni in assoluto, come la ballata dal sapore mistico e ancestrale di "Old Way" (composta da due soli accordi di chitarra, da un organo e da una voce catacombale), che è quasi una rilettura della sua "War" (dall'album "In The Darkness" del 1986). Decisamente buone anche la stasi cosmica del primo Klaus Schulze di "Hypnosis" e le spezie folk di "Celtic Rain", in cui pare di ascoltare gli Incredible String Band che jammano con gli Spacemen 3.
Le migliori del lotto sono però "Casual Two Your Mister", con i suoi orrorifici contrappunti elettronici dissonanti e voci manipolate (trucco che sarà in seguito ripreso un po' grossolanamente dal suo discepolo Tony Tears) e la bella melodia decadente di "Dedicated To Jesus", in cui si coniuga il pop elettronico di Bill Nelson con le colonne sonore di John Carpenter ("Distretto 13 - Le Brigate della Morte", specialmente).

Chiude il disco la tetra marcia funebre condotta da un organo chiesastico di "End By End", nel più puro stile degli Jacula. La Minotauro, come al solito, ha realizzato un lavoro egregio nella riedizione di questo piccolo capolavoro rock italiano, ristampandolo in un elegante formato papersleeve contenente tutta la veste grafica originale (quel viola ipnotico della copertina!) e allegando anche l'inserto con l'intervista al famoso ed efferato serial killer Ted Bundy, realizzata il giorno prima della sua esecuzione capitale (questo inserto era allegato alle prime copie in vinile).
"Violet Art Of Improvisation" è senza ombra di dubbio il capolavoro di Paul Chain, sicuramente il suo disco più originale e personale, proprio perché si discosta radicalmente da ogni scontato residuo di hard-rock. Ingiustamente sottovalutato alla sua uscita, è stato con gli anni ampiamente rivalutato.
Sarà difficile per chi si muove in quel suo stesso ambito fare di meglio, sia oggi che nel prossimo futuro, perché dovrà misurarsi con una "milestone" di tale portata.

02/11/2015

Tracklist

Cd 1

  1. Tetri Teschi in Luce Viola
  2. Emarginante Viaggio
  3. X-Ray

Cd 2

  1. Old Way
  2. Hypnosis
  3. Casual Two your Mister
  4. Celtic Rain
  5. Dedicated to Jesus
  6. End by End


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