Mutoid Man

War Moans

2017 (Sargent House)
metalcore, speed-metal

Nati dal sodalizio tra Stephen Brodsky, chitarra e voce dei Cave In, e Ben Koller, batteria dei Converge, più Nick Cageao al basso, i Mutoid Man si presentano già dal nome e dal primo Ep “Helium Head” del 2013 come una bizzarra deformazione dei progetti originali. Avendo contribuito a definire il metalcore come uno dei sottogeneri più seri, anzi seriosi, del panorama rock estremo, questi “mutanti” suonano proprio come se si fossero messi in pausa dall’oltranzismo con cui sono cresciuti. Per la verità, ai Cave In è sempre andata stretta la camicia di forza del metalcore, così bilanciato nei loro album migliori con psichedelia, indie e space-rock. I Converge invece hanno fatto e continuano a fare della fedeltà al genere (fastidiosa intransigenza) una ragione d’essere.

Così i Mutoid Man diventano una specie di valvola di sfogo, per suonare non tanto meno duri, quanto sicuramente più divertiti. L’Ep d’esordio e il primo album “Bleeder” del 2015 colgono nel segno, con il loro amalgama di speed-metal, furia hardcore e (soprattutto) un’attitudine freak che si riflette in composizioni tentacolari, cervellotiche, ma sempre d’impatto e mai stranianti. Un pezzo su tutti, la cover ultra-stoner di “Don’t Let Me Be Misunderstood” (re-intitolata “The Manimals”) degli Animals. Questo seguito “War Moans” conferma la formula, spingendo sul tasto della pesantezza e della velocità metal, ma anche su una maggiore compattezza e pulizia dei suoni. In pratica, si va a colpire l’anima weird e garage della band, che però, secondo chi scrive, era proprio il suo valore.

La prima parte della tracklist è la più penalizzata da questo punto di vista, con i brani più punk e diretti, mentre da “Date With The Devil” in poi l’approccio si fa più idiosincratico, con influenze sludge (“Headrush”), epiche (“Irons In The Fire”, la title track) e dissonanze varie (l’ottima “Wreck And Survive”, “Afterlife”). C’è anche spazio per una ballata, la conclusiva “Bandages”, che incredibilmente si rivela un gran pezzo, tra i migliori del disco.
Inutile dire che “War Moans” è un lavoro insufficiente, ma dispiace veder evolvere la componente più trascurabile degli esordi, quella legata all’universo metal, anziché la ragion d’essere dei Mutoid Man: una band divertente e divertita, in cui musicisti di solito seri e impegnati ci danno dentro con il rock‘n’roll alla loro maniera.
Prodotto da Kurt Ballou dei Converge, con contributi chitarristici di Marty Friedman (ex-Megadeth) e vocali di Chelsea Wolfe.

27/07/2017

Tracklist

  1. Melt Your Mind
  2. Bone Chain
  3. Micro Aggression
  4. Kiss Of Death
  5. Date With The Devil
  6. Headrush
  7. Irons In The Fire
  8. War Moans
  9. Wreck And Survive
  10. Afterlife
  11. Open Flame
  12. Bandages


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