Coriky

Coriky

2020 (Dischord)
post-hardcore, alt-rock

Parte il cantato di Ian MacKaye ed è subito di nuovo Fugazi. La gioia di poter ascoltare tracce inedite da una filiazione che non si arresta. Hanno rifiutato vagonate di dollari pur di non proporre minestre riscaldate, così facendo moltiplicano per quattro le tante schegge di Fugazi che ogni tanto risvegliano sopiti ardori, tanti quanti sono i progetti portati avanti negli anni dai quattro componenti di una delle poche band al mondo per le quali valga davvero la pena spendere l’abusato termine “seminale”.

Gli elementi portanti del sound firmato Coriky non si discostano troppo dalla consolidata tradizione della scena di Washington D.C.; Ian questa volta si porta a zonzo il ritrovato Joe Lally (il bassista dei Fugazi, ricomposti così per almeno 2/4) e Amy Farina alla batteria, già compagna di vita e presenza fissa negli Evens assieme a MacKaye. La partecipazione vocale di Amy consente interessanti discontinuità sulle parti cantate, non soltanto nei cori, ma anche prendendo il centro della scena in “Say Yes” (un trionfo di funk e chitarre) e nel mood grintoso à-la Sleater-Kinney di “Too Many Husbands” e “Jack Says”.

Il sound è meno intransigente rispetto a quello che rese immortali i Fugazi, ma i colpi di scena si susseguono senza discontinuità, con tracce che si consumano in meno di due minuti (“Bqm”), digressioni noise (“Shedileebop”) e frequentissimi cambi di dinamica (“Inauguration Day”, praticamente tre canzoni sintetizzate in una soltanto, il closing furioso dell’iniziale “Clean Kill”). Il trio sa anche giocare di fino, sviluppando una “Have A Cup Of Tea” partendo dal basso pulsante di Lally, oppure abbandonandosi all’atmosferico epilogo, quasi sussurrato, affidato a “Woulda Coulda”.

17/06/2020

Tracklist

  1. Clean Kill
  2. Hard To Explain
  3. Say Yes
  4. Have A Cup Of Tea
  5. Too Many Husbands
  6. BQM
  7. Last Thing
  8. Jack Says
  9. Shedileebop
  10. Inauguration Day
  11. Woulda Coulda

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