"Zeros" è un disco che mescola di tutto. Certamente il glam è azionista di maggioranza, attingendo da "Goodbye Yellow Brick Road" ("You Better Believe!!!", "Sagittarius A*") all'iperuranio ("Be An Astronaut"), ma i synth rigonfi gridano new wave e certe slabbrature corali guardano a collettivi indie come i Broken Social Scene. Lampante anche il filtro del britpop più iper-saturo.
Come un ventunenne che solo tre anni fa si presentava come una popstar per giovani, sebbene talentuosa e di estrazione indie, possa maneggiare con questa grandiosità cotante materie è un mistero, ma tant'è. Registrato a Nashville sotto la supervisione di Jay Joyce (Cage The Elephant, Fidlar), "Zeros" è un concentrato zuccherino di pop song sgargianti e immediate come un motivetto dello Zecchino d'oro per un bambino ("The Key To Life On Earth", la più stridula "Beautiful Faces").
Potevano mancare i Beatles in cotanto caleidoscopio di pop spesso e volentieri psichedelico? Certo che no. Date un ascolto a "Emily" e provate a non pensare a "Eleanor Rigby" mentre vi perdete nel torpore di fiati e carillon e poi inseguite il ritmo incalzante della grancassa col piedino. La segue una canzone che è un completo capovolgimento di fronte, un synth-pop psichedelico intitolato "Twice Your Size", con l'ennesimo ritornello miracoloso e un frastornante finale urlato tra le chitarre imbizzarrite.
Glorioso è anche l'assolo di chitarra che conclude "Daniel You're Still A Child", nella quale Declan porta al culmine il continuo dialogo sulla contemporaneità rivolto ai suoi coetanei; mentre "Rapture" è più sincopata, disimpegnata e guascona, irresistibile quando sfocia nel suo plot twist cibernetico.
Sarà la fortuna del principiante, sarà la produzione non proprio raffinata ma perfetta nell'imprimere il giusto carattere a queste canzoni grintose, sarà quel che sarà, "Zeros" è un disco che funziona dalla prima all'ultima traccia senza mai cedere un millimetro, dal quale una rassegna pop-rock del 2020 non può prescindere.
Dato il salto quantico operato tra i due dischi da McKenna, che sfoggia oggi un cantato meno giovanile e autorevole che nell'esordio, intuire dove il musicista si dirigerà in futuro è un'impresa. L'attesa sarà dunque trepidante e la sorpresa, nel bene o nel male, stordente.
(14/09/2020)