Drown

Subaqueous

2020 (Lupus Lounge)
funeral-doom-metal

This weight, incomprehensible
Pulls everything into the mouth
Of Father Subaqueous
Deeper still we go
I drown

Se la vostra idea di musica è più vicina a una dolorosa seduta introspettiva che a una colonna sonora per momenti di svago, dovreste proprio appuntarvi il nome di Markov Soroka. L'ucraino, dedito a un lavoro in solitaria, ha già fatto apprezzare la propria visionaria e disturbante grandeur con l'impronunciabile progetto Tchornobog, un mostruoso concentrato di death-metal imbevuto in orrore cosmico Lovecraft-iano. Non pago di aver esordito in quel progetto con un brano d'apertura di oltre venti minuti, e con altri torrenziali e tentacolari mastodonti sonori che spaccano i timpani e tormentano il cuore, dal lontano 2012 è attivo anche con il progetto funeral-doom-metal Slow, poi rinominato con un più originale Drown dal 2018.

Come l'etichetta di genere e il nomignolo prescelti suggeriscono, è un tuffo verticale nell'abisso, quello proposto nel primo album, "Unsleep" (2014), pubblicato a nome Slow e poi nel 2018 come Drown. I cinque brani costituiscono un disperato avventurarsi ai confini della vita, in un lento incedere e insistere che, cosa non da poco, mai si appiattisce sulla monotonia, anche grazie a intarsi psichedelici e deflagrazioni death-metal. Per uno come Soroka, però, quei primi 47 minuti di musica suonano insolitamente moderati, per forma ed estensione. Nel 2017 gli Slow pubblicano anche un Ep, "Mother Cetacean", vale a dire un brano di venti minuti mai riedito, fino a oggi, dai Drown e finalmente disponibile in questo nuovo album. Il qui presente "Subaqueous" sopperisce alla relativa moderazione di "Unsleep", aggiungendo alla già citata "Mother Cetacean" l'inedita "Father Subaqueous", che giunge poco oltre i 21 minuti. Sono due composizioni simili e complementari, come i nomi suggeriscono, che esaltano il fascino atmosferico senza disdegnare l'impatto fisico.

La prima, che i fan (?) già conosceranno, si immerge nel mare più nero, per trarne una spettrale e solenne melodia di chitarre, che il growl rende lugubre e maestosa. Dopo 8 minuti la liturgia si disperde, riecheggia una tensione ansiogena e sottomarina, riverbera una profonda malinconia. Poi la marea gonfia la mareggiata sonora di nuovo, rievocando la solenne melodia iniziale, fino a impennare in un climax death-doom che sfibra la materia sonora fino a ridurla a un mesto carillon della chitarra e quindi una trenodia per archi.
La seconda composizione, e l'unica inedita in senso stretto, è più vicina al progetto Tchornobog, apre con un gorgo di angoscia death-metal a tempo dimezzato, stemperata in un doom-metal atmosferico, struggente e cameristico, buono come viatico per un lungo momento di stillicidi, sospiri, e droni dai tratti dark-ambient. Ripresa la foga death-doom, ora più epica che tormentata, più bellica che introspettiva, Soroka ci costruisce una vertigine in cui lascia avvilupparsi l'arrangiamento in una stratificazione di linee melodiche e voce cavernosa. L'ultimo movimento è un pianto di archi, un'ansia di chitarre, un supplizio della voce che trova nel ferale e notturno stralcio strumentale di chiusura il corrispettivo sonoro del disperato tentativo di emergere, con le ultime forze, di chi combatte per non affogare.

Da musicista oltranzista, Soroka non concede all'ascoltatore un liberatorio respiro finale. I due album a nome Drown sono un viaggio in apnea, che sicuramente richiedono la giusta propensione di spirito. È un ascolto che rievocherà ai musicofili Anathema, Cathedral, My Dying Bride, Opeth e Esoteric, senza ridurre comunque la faccenda a una semplice imitazione. Qui, con due composizioni estese, c'è lo spazio per abbandonare il pelo dell'acqua e tuffarsi nella fossa, dove nel buio sovrumano nuotano umanissime paure.
Ma siete avvisati: sono trascorsi 6 anni dall'immersione, ma non è ancora il momento di affiorare in superficie, dobbiamo continuare inesorabilmente ad affogare.

11/04/2020

Tracklist

  1. Drowned VI: Mother Cetacean
  2. Drowned VII: Father Subaqueous

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