Here I am, alone again
Can't get out of this hole I'm in
It's like the walls are closin' in
You can't help me, no one can
I can feel these curtains closin'
I go to open 'em
But something pulls 'em closed again
(da "Darkness")
Settimane di
rumors riguardanti il seguito di "Kamikaze" ('18), e infine ecco l'undicesimo album della
rap-star per eccellenza,
Eminem. Ispirato al curioso e quasi omonimo album di Jeff Alexander, "Alfred Hitchcock Presents Music To Be Murdered By" ('58), è l'ennesimo lavoro divisivo per il rapper di Detroit, qui tornato nelle vesti dell'
alter-ego malvagio Slim Shady.
Sono ormai lontani i tempi del successo planetario di "The Slim Shady Lp" (1999) e "The Marshall Mathers Lp" (2000), esauritosi nel 2005 con un ritiro dalle scene che poteva benissimo essere, tragicamente, definitivo. Il grande ritorno, da leggenda sua pari, si è concretizzato nell'uno-due di "
Relapse" ('09) e "
Recovery" ('10), album più sbiaditi ma accompagnati da singoli di grandioso successo. Dopo, oltre al seguito "
The Marshall Mathers Lp 2" ('13), si sono succeduti dichiarazioni shock e presunzioni di abbandono, che poco hanno aiutato i mediocri "Revival" ('17) e "Kamikaze" ('18).
Per questo "Music To Be Murdered By" ritornano nomi essenziali per la sua carriera, come il produttore Dr. Dre e il sodale Royce Da 5'9", insieme a uno stuolo di collaboratori più o meno nuovi. Ci sono la popstar mondiale
Ed Sheeran, con cui ha già duettato in passato, il senior Q-Tip degli
A Tribe Called Quest, il pupillo neo-soul
Anderson .Paak (che rende da solo "Lock It Up" uno dei brani da salvare dell'opera) e la collaborazione pubblicata postuma con Juice Wrld,
trapper chicagoano morto giovanissimo a fine 2019. L'elenco è lungo, vario, persino disorientante. Per dire, in "Darkness" compare nei
credits persino
Paul Simon, visto che è sua la mesta melodia che, rarefatta e desolante, sospinge il brano: "The Sound Of Silence" come la "Dream On" degli
Aerosmith che fu usata per "Sing For The Moment".
Quest'ultimo elemento, d'altronde, non deve stupire, visto che l'album è un assortimento dei trucchi del mestiere di Eminem, riproposti per un nuovo decennio appena iniziato. La rappata fulminea e cristallina che lo distingue da sempre ritorna in "Godzilla",
extra-beat volgare e divertente come quelli di gioventù, ma c'è spazio anche per la dimensione adulta, cupa, depressiva che ha tanto ampliato il suo pubblico, qui riproposta in "Leaving Heaven" e "You Gon' Learn".
Il fulcro di una scaletta francamente estenuante, che totalizza addirittura 20 brani, è la già citata "Darkness", non a caso scelta come singolo di lancio: è una nuova "Stan", che si pronuncia sulla caldissima questione politica del possesso di armi e le correlate stragi statunitensi, tanto che, a costo di diventare penosamente didascalico, il video si chiude con una richiesta di votazione sul sito governativo per evitare nuove stragi; una presa di posizione politica, certo, ma anche un disperato tentativo di essere attuali. Anche perché, quando ritenta l'approccio scioccante di un tempo, infilando una rima sull'increscioso atto terroristico ai danni di
Ariana Grande, più che pericoloso sembra disperatamente in cerca di attenzioni.
I problemi di questo album numero undici, quindi, non sono esattamente trascurabili. Alla sovrabbondanza della proposta si contrappone un dubbio banale ma lecito: e se di questi venti brani neanche uno rimanesse fra i suoi classici? Inoltre, come e più che in passato, si fa urgente immaginare un futuro per Slim Shady, che non può più affidarsi a scelte promozionali azzardate o rime disperatamente discutibili per sopravvivere in un panorama hip-hop che, va bene, forse lo riconosce ancora come il "rap god", ma non per questo continuerà a venerarlo per sempre. Potrà continuare a proporre le stesse idee musicali, magari appena aggiornate per non sembrare troppo obsolete? Chissà. Tiepida la risposta della critica internazionale: c'è da scommettere che anche gli ascolti online si ridurranno in poche settimane, tranne per un paio di singoli. Il fatto che sia il suo album migliore dopo "The Marshall Mathers LP 2" ('13) suona come una magra, magrissima consolazione.
21/01/2020