Tra i più iconici e rappresentativi nomi della scena dark e coldwave contemporanea, il duo formato dalla svizzera Larissa Iceglass e dall’inglese William Maybelline dalla sua fondazione nel 2010 è rimasto sempre fedele a un’onda fredda e minimale, autoreferenziale e aliena a compromessi di sorta. Il loro approccio lo-fi è divenuto un po’ il marchio di fabbrica di un revival di sonorità anni Ottanta trasposte nell’angoscia del nuovo millennio, una sorta di neo-goth per gli anni Dieci, accompagnato da espliciti slogan antimoderni come “Sadness Is Rebellion” e “Nostalgia Is Negation”.
Con il loro sesto album, “Sci-Fi Sky”, si entra con il botto negli anni Venti. Nel pieno di una pandemia globale, a ridosso del collasso del mondo occidentale, era indubbiamente il momento migliore per pubblicare un lavoro carico di tensione, capace di osare e mostrare gli aspetti più sporchi della propria anima nera. Senza mai snaturare il loro tipico sound, i Lebanon Hanover sono alle prese, fatte le debite proporzioni, con il loro “Pornography”. Del resto, i riferimenti testuali e sonori ai Cure abbondano, già a partire dal brano iniziale, “Living On The Edge”.
A tratti, emerge anche un approccio quasi industrial/Ebm che ha evidentemente fatto tesoro dell’esperienza di Maybelline con il suo progetto solista Qual. Si ascolti, ad esempio, l’ottima “Digital Ocean”, un pozzo oscuro dove annegare ogni speranza per l’umanità. Tra la grinta post-punk di “Garden Gnome” e le visioni melanconiche e sensualmente depressive di un “Angel Face”, l’album convince e non deluderà i molti fan del duo. Questi ultimi troveranno anche in un brano come “The Last Thing” piacevoli conferma della lugubre e mortifera passione dei Lebanon Hanover.
Il pezzo forte di "Sci-Fi Sky" è l’oscuro apocalittico finale con “Come Kali Come”, che a colpi di sintetizzatori sembra descrivere il furioso incedere dell'ultima era, una cupa processione sotto le visioni terrificanti di un cielo da fantascienza distopica. L’immagine delle torri in copertina descrive bene lo spirito di chi combatte in isolamento, destino inevitabile del nostro tempo ben prima della pandemia, mentre tutte le bugie delle modernità tecnico-scientifica crollano miseramente. Ora, nell’era del Kali Yuga, è tempo di trasformare la tristezza in ribellione.
02/11/2020