Il musicista francese è uno degli artisti di culto più geniali e atipici del panorama internazionale, membro degli Arcadians e dei Border Boys, autore di uno straordinario trittico discografico per la prestigiosa El Records di Mike Always, arrangiatore e produttore dal lungo curriculum (Clientele, Louise Le May, Big Big Train, tra gli altri), noto anche come cuoco e soprattutto come giornalista sportivo, purtroppo assente dal mercato discografico dal 2007 (“An Unknown Spring”).
Per i fan avidi delle gesta di Philippe questi ultimi anni hanno offerto pochi ma pregevoli momenti di gaudio, due collaborazioni con l’ex-Young Marble Giants Stuart Moxham (tra i quali il recente “The Devil Laughs”) e una con la band svedese dei Testbild, sotto il nome Ocean Tango.
Il 2020 è un anno ricco di novità per il musicista francese: oltre alla pubblicazione del disco con Stuart Moxham e a un nuovo album di prossima pubblicazione (“Thunderclouds”), frutto del contratto con la Tapete e inciso per la prima volta con il supporto di una band (The Night Mail), il musicista ha rilanciato la sua pagina Bandcamp pubblicando, purtroppo solo in digitale, una raccolta di rarità e curiosità incise tra il 1991 e il 2009 (si spera in un secondo capitolo).
“Unheard” offre una visuale molto interessante e stimolante della dimensione artistica del musicista, tracciando un percorso che include sia la sua passione per la musica brasiliana, rappresentata qui dall’omaggio a Jobim condiviso con Sean O’Hagan (“Só Danço Samba”) e dal raro estratto da uno show dei Cityboy (“Spiceboy”), sia le ambiziose e raffinatezze chamber-pop, queste abilmente esemplificate dagli abbondanti nove minuti di “Sleep”, un brano realizzato con Dean Broderick per l’album “Rainfall” e incluso solo in una ristampa.
Ulteriori spunti di interesse sono costituiti dall’ottimo arrangiamento del tema principale di un film di Alfred Hitchcock (“Marnie”) e dal prezioso inedito che chiude l’album, un brano originariamente concepito per “An Unknown Spring” e scartato dalle sessioni finali (“Valse de Mari”).
Sono ben venti brani, quelli inclusi in “Unheard”, ognuno meritevole di essere analizzato, ma oltre a quelli sopracitati, mi limito a segnalare una versione lo-fi con tanto di drum machine di un brano di John Lennon (“I’m Only Sleeping”), una versione acustica di “When Georgie Died” (un brano dell’album “Azure”) e una raffinata rielaborazione per piano e voce di “Ainsi Va Sa Vie” (l’originale è inclusa nell’album “Sunshine”), sottolineando che gran parte delle tracce sono comparse nei vari progetti tematici realizzati da etichette come El, Siesta e Trattoria, che hanno ospitato alcune delle pagine più estroverse e curiose del musicista francese.
Un delizioso insieme di appunti e stimoli musicali di alto livello, quello offerto da “Unheard”, o meglio: un succoso aperitivo da sorseggiare in attesa dell’imminente ritorno in scena con il nuovo album “Thunderclouds”.
(23/10/2020)