Un incipit elettronico introduce al nuovo album di Ben Chasny col moniker Six Organs of Admittance, a tre anni di distanza da “Burning The Threshold” (Drag City, 2017). Il brano è lanciato nello spazio sonoro come una meteora che porta lontano il passato, e soprattutto le sperimentazioni più eccentriche e oblique dei dischi precedenti, per farlo brillare nella volta celeste come una stella indie folk-rock quanto mai dolce e orecchiabile. Così campeggia sulla copertina una fotografia con Orione scattata da Chasny, tornato nella sua terra natia nel nord della California a esplorare nuovamente il cosmo.
La dose di sperimentalismo viene mantenuta nelle buone pratiche, dal momento che alcuni software per ritmiche ed elettronica con cui il cantautore californiano lavora sono programmati da lui stesso e che la produzione del disco è interamente a suo carico. Chasny compie questo viaggio nella solitudine da one-man-band, tra l’indie folk brioso venato di elettricità di “Two Forms Moving”, “Two Scout Is Here” e “The 101”, con un sound che ammicca alla combo Apostle Of Hustle/Broken Social Scene, e lo stile Americana dei deliziosi fraseggi di chitarra di “Companion Rises”, in cui si accosta nuovamente a cantautori come Ryley Walker – suo collaboratore nel disco precedente – e William Tyler.
Tra gli episodi più accattivanti troviamo l’atmosfera mediorientale à-la Xylouris White, ma in salsa dream-pop, di “Black Tea” e la vocalità eterea à-la Grouper di “Haunted And Known”, con un finale rarefatto in cui i drones inghiottono letteralmente le note acustiche della chitarra, che si sente naufragare a distanza. I contorni si sfaldano, sia nella forma dei brani sia nella sostanza dei suoni degli strumenti: elegante e delicato il pre-finale di “Make Yourself”, dove tra i fraseggi sghembi di chitarra elettrica aleggia lo spirito di Mark Linkous con Sparklehorse; emozionante il finale drone-ambient di “Worn Down By The Light”.
Un ascolto più leggero rispetto a quelli ai quali ci aveva abituati Six Organs of Admittance, ma che richiede diversi passaggi per entrare nelle trame di tutti gli strati sonori che compongono i brani e nei rimandi tra loro. Probabilmente a questo punto della sua carriera Chasny si trova in quiete con tutte le anime che si agitano dentro di lui, pienamente in controllo di tutti i mezzi a disposizione e nella totale libertà di generare autonomamente ogni suono.
11/03/2020