Quanti effluvi e quante intelligenti operazioni di rinnovamento hanno colorato le ultime stagioni del rock psichedelico, a volte inasprite dal roboante suono dell’hard-rock, spesso ingentilite da riff pop e perfino soul: una serie d’infiniti sapori e aromi per un canovaccio sonoro dalle infinite opportunità. L’approccio troppo serioso e colto ne ha però smorzato le originali intuizioni naif e giocose, non è un caso che, grazie a un’irriverente sfrontatezza, i King Gizzard & Lizard Wizard si siano contraddistinti tra i più creativi e stimolanti seguaci del trip psichedelico-musicale.
Sulla stessa scia gli Striped Bananas da anni giocano con la psichedelia con uno spirito gaio, sbilenco e ingenuo, differenziandosi nettamente da altre band psych-rock, generando nell’ascoltatore un senso di stupore e di straniante avvenenza.
Con insolita leggerezza e un approccio sempliciotto e folle, Duncan e Chantelle Shepard e Andrew Lowden navigano senza rotta, scivolando su poche note blues-rock, frammenti di pop psichedelico e fragranti melodie surreali. Le armonie sono fragili, il cantato incerto, lo spirito gentile e vivace.
A volerne descrivere le atmosfere, si potrebbero citare gli Olivia Tremor Control, soprattutto nelle loro esternazioni più lo-fi e rilassate. Sono l’imperfezione e l’innocenza la vera forza motrice di “Picture I Hear”, quella che dona linfa al groove solare e malinconico alla Byrds di “Crimson Cliffs” o allo sregolato boogie-blues stile Doors di “Blue Generation”.
Il quinto album dei The Striped Bananas si regge sulla cospicua natura policroma della scrittura del gruppo, che passa dal beat stralunato e frizzante di “Octopus Eyes” alla magniloquenza dell’intreccio granitico tra basso e organo di “Skip's Axe”, con una naturalezza impressionante.
Da abili conoscitori di trucchi e magie della trance psichedelica, i nostri tracciano un insolito percorso sinergico tra blues, psichedelia anni 60 e suggestioni West Coast, condito da un delizioso suono di mellotron in ”Green Paradise”; agitano le acque del pop beatlesiano in salsa flower-power con l’aiuto del sitar in “New Dawn”; gettano l’amo nella moderna psichedelia restando fedeli alle sregolatezze armoniche e vocali tipiche del proprio sound in “Live This Day”; e si cimentano perfino con un brano di Tim Hardin con lo stesso impeto dei primi Pink Floyd in “Never Too Far”.
“Picture I Hear” è un album dal fascino insidioso ma non sempre manifesto. L’eclettismo e l’approccio strumentale quasi live non conquistano al primo ascolto: la musica degli Striped Bananas ha bisogno di tempo e attenzione per svelare le proprie grazie: quelle naif di “Laughing Water”, le incantevoli armonie folk-pop di “Golden One”, le fantasiose atmosfere hippy di “Out Of My Mind” o le raffinate e solari armonie della title track.
“Picture I Hear” è un’interessante conferma per The Striped Bananas, uno stimolante album pop psichedelico, seducente e insolito quanto basta per essere felicemente fuori dalla mischia del revival.
21/11/2020