È nata così una raccolta di canzoni, sedici in tutto, di cui dieci inedite, registrate con amici e colleghi diversissimi tra loro per età ed estrazione, con i quali ha condiviso un tratto qualsiasi del suo cammino oppure conosciuti di recente al "Rocket Hour Show", che conduce da qualche tempo su Apple Music. Grande assente lo storico paroliere e braccio destro Bernie Taupin, insieme al quale ha scritto alcune delle pagine più belle della storia del pop mondiale, in compenso sono presenti un paio di mostri sacri della vecchia guardia (che classe Stevie Wonder nel disco-gospel "Finish Line"), altri del rock anni Novanta (Eddie Vedder a tutta velocità in "E-Ticket", guarda caso anche questa tra le più scoppiettanti), altri infine selezionati tra le nuove leve electro e hip-hop dei giorni nostri (spicca per pathos ed eleganza l'inno arcobaleno "Chosen Family", vertice emozionale dell'opera scritto dalla brava Rina Sawayama).
Tra vintage e modernità, ambizioni d'alta quota e facili escamotage commerciali, a 74 anni letteralmente "suonati", Elton John ha ben poco da dimostrare, così la tracklist fila via liscia in maniera educata e dilettevole, senza peccare mai di stile e con i consueti lampi di un genio ancor limpido e cristallino, seppur discontinui e un po' silenziati dalla mascherina, come si evince già a partire dalla foto in primo piano.
Prodotto dalla Emi, "The Lockdown Sessions" in fondo va preso così, come un puro divertissement e una sorta di chiusura del cerchio per chi aveva cominciato come sessionman e ora si ritrova mecenate. L'idea nasce nel marzo 2020 in un ristorante di Los Angeles assieme a Charlie Puth, con il quale ha inciso la discreta ballad filo-r'n'b "After All", il resto è venuto strada facendo.
Il fortunatissimo singolo di lancio "Cold Heart (Pnau Remix)" ha raggiunto subito il primo posto in Inghilterra (non capitava dal 2005): è un mash-up di hit storiche del nostro ("Sacrifice", "Rocket Man", "Kiss The Bride" e "Where Is The Shoorah?") e l'ideale passaggio di consegne con la superstar britannica del momento Dua Lipa. Remixato dal trio-dance australiano PNAU, in sé e per sé non è nulla di trascendentale ma il "cold cold heart/ hardened by you" del ritornello è sempre un tuffo al cuore. Riesce a metà anche l'altra operazione nostalgia "It's A Sin", buona per l'intro di pianoforte (come si fa a non amare "quella" melodia dei Pet Shop Boys...) e soprattutto per sponsorizzare l'amico di turno Olly Alexander aka Years&Years, protagonista in tv di una miniserie dallo stesso titolo.
Tra le note liete anche il rondò sintetico "Orbit" con il dj di Reading SG Lewis, il country "Simple Things" con Brandi Carlile e la soleggiata "Learning To Fly", che suona come un'agognata boccata d'aria oltre le sbarre dell'isolamento. "Always Love You" abbina un certo gusto retrò alla trap di Nicki Minaj e Young Thug con risultati un filino troppo magniloquenti. Deludono, invece, "The Pink Phantom" dei Gorillaz (featuring 6lack) e l'attesissima cover di "Nothing Else Matters", già inserita nel recente tributo di gruppo ai Metallica "The Metallica Blacklist" e riarrangiata con Watt, Robert Trujillo, Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers e Yo-Yo Ma (alla voce Miley Cyrus, non ce ne voglia, ma stavolta la sua interpretazione appare un po' impacciata e fuori fuoco). E poi ci sono Jimmie Allen, Lil Nas, il country "Simple Things" con Brandi Carlile, "Stolen Car" con la leggenda Stevie Nicks (sarà la nuova "Your Song"?) e una toccante dedica a Glen Campbell con "I'm Not Gonna Miss You", ultimo battito d'ali che lo straordinario artista statunitense si era concesso a mo' di testamento poco prima della dipartita.
Tanto pianoforte, garbo, voglia di comunicare e un pizzico di malinconia: insomma, il ritiro sarà pur vicino, ma non siamo affatto al capezzale artistico, e un Elton John & Friends di questi tempi è sicuramente ben accetto.
(13/11/2021)