Gorillaz

Song Machine, Season One: Strange Timez

2020 (Parlophone)
alt-pop, elettronica

In un mondo che fa a gara per erigere muri, Damon Albarn si ostina a costruire ponti. E per proseguire imperterrito nella sua personale crociata usa le armi che più gli sono congeniali, le sette note, unico possibile scudo dietro il quale rifugiarsi per sopravvivere in questi "tempi strani", come recita un titolo almeno in apparenza tutt'altro che messo lì per caso. E dunque rieccolo il buon Damon, uno che da sempre sa abbinare con invidiabile perizia quantità e qualità, nonché far funzionare una fervida fantasia al servizio dei suoi innumerevoli progetti, alle prese con la sua personale macchina da canzoni. Del resto la musica, lo sappiamo bene, può tratteggiare mondi inesistenti e catapultarci al di fuori della realtà. Tutte cose di cui abbiamo quantomai bisogno in questo periodo, e in tal senso "Song Machine, Season One: Strange Timez" è un vero toccasana: non solo per la qualità del songwriting, ma anche in virtù di una certa positività instillata in buona parte delle canzoni - ben diciassette - di cui davvero c'è bisogno.

Per fugare ogni dubbio riguardo l'operazione messa in atto, dunque, va subito ammesso che questo nuovo album è qualcosa di piuttosto lontano rispetto a "The Now Now", un disco che calcava maggiormente sull'introspezione albarniana. Nel nuovo repertorio ritroviamo, eccome, lo spirito "aperto" dei Gorillaz, un progetto che il leader dei Blur e il sodale Jamie Hewlett hanno sempre immaginato come un foglio bianco sul quale scrivere ogni volta una storia differente. Tutte le canzoni di "Song Machine, Season One: Strange Timez" sono caratterizzate dalla presenza di un ospite diverso, con un assortimento piuttosto spiazzante perché la band "virtuale" può permettersi il lusso di chiamare in causa nuovi fenomeni di ogni genere e tipo (St. Vincent, JPEGMAFIA, Octavian, slowthai and Slaves) e vecchie glorie, sempre in forma assortita (Elton John, Robert Smith, Joan As Police Woman, Beck, Peter Hook).

Il fatto è che siamo soliti andarci con i piedi di piombo quando assistiamo a tali rimpatriate, spesso portatrici di poche idee e tanta voglia di monetizzare. Ebbene, niente di più lontano, almeno nel caso di cui ci troviamo qui a trattare. "Song Machine, Season One: Strange Timez" è un'opera quantomai vitale, ricca di stimoli che sembrerebbero portare a esiti diametralmente opposti, e che invece ben si amalgamano nello stile libero e tuttavia riconoscibile dei Gorillaz, che ormai da vent'anni a questa parte - come corre il tempo - sono formidabili interpreti di una contemporaneità complessa nel suo linguaggio misto, nei suoi codici indecifrabili, nei suoi ritmi spezzettati e solo talvolta ricomposti. Istanze che dentro a "Song Machine, Season One: Strange Timez" si muovono, come sempre, sul doppio livello generato dai cartoni animati di Hewlett, dotati di una loro peculiare storia a puntate (c'è in cantiere anche un film, pare), e dalla musica di un Albarn mai come in questo caso in buona compagnia.

La presenza degli illustri ospiti è in realtà meno "invasiva" di quanto si potrebbe immaginare perché, come detto, queste sono al 100% canzoni dei Gorillaz e davvero nessuno potrebbe correre il rischio di confondersi con qualsiasi altro progetto in circolazione. Semmai è vero il contrario, ovvero che certi pezzi sono talmente Albarn-style da poter essere confusi con la versione solista di "Everyday Robots" o persino con gli ultimi Blur ("Chalk Tablet Towers", al netto della presenza di Annie Clark, sembra sbucare dalle medesime session di "The Magic Whip"), con il Nostro sempre più a suo agio dietro il pianoforte.
Di certo non mancano i brividi nell'ascoltare la voce di Smith intonare una "Strange Timez" che da metà brano in poi assume una fisionomia da dancefloor vagamente ottantiano, coordinate che si fanno ben più riconoscibili dentro a una "Aries" che non si vergogna affatto di flirtare con la new wave à-la New Order (l'ospite, del resto, l'abbiamo già nominato). La digressione metropolitana di "The Pink Phantom" mette insieme generazioni agli antipodi - sir Elton John e 6LACK - in un soul-rap crepuscolare e, nonostante la varietà degli ingredienti, assolutamente a fuoco (su queste coordinate, all'incirca, si posiziona "Dead Butterflies"). È proprio questa capacità di mettere d'accordo mondi diversi a rendere "Song Machine, Season One: Strange Timez" un altro piccolo capolavoro di equilibrismo, perché i Nostri possono imbastire un uptempo appuntito come "The Valley Of The Pagans" con quell'altro prezzemolino di Beck e poco dopo catapultarci dentro a una introspezione rassicurante a tempo di rap con "Friday 13th", fino ai soffici approdi r&b di "Dead Butterflies".

Tra le chicche di questa "prima stagione" non possiamo non segnalare anche una "Désolé" impreziosita dalla presenza di Fatoumata Diawara, l'electropop di "With Love To An Ex" e la semplicemente irresistibile "Momentary Bliss", che piazza una parentesi ska dove non te la aspetteresti - rendendo il tutto digeribile anche a chi, come il sottoscritto, non sopporta il genere.
Che dire, in definitiva, di questo "Song Machine, Season One: Strange Timez"? Che è uno scrigno di idee in buona parte compiute; che i Gorillaz hanno definitivamente imparato a dosare gli ingredienti anziché strafare; che abbiamo un altro valido motivo - il secondo atto, anzi la "seconda stagione" - per aspettare con ansia la fine di quest'annata, nella speranza che il 2021 sia più clemente.

27/10/2020

Tracklist

  1. Strange Timez (ft. Robert Smith)
  2. The Valley of The Pagans (ft. Beck)
  3. The Lost Chord (ft. Leee John)
  4. Pac-Man (ft. ScHoolboy Q)
  5. Chalk Tablet Towers (ft. St. Vincent)
  6. The Pink Phantom (ft. Elton John & 6LACK)
  7. Aries (ft. Peter Hook & Georgia)
  8. Friday 13th (ft. Octavian)
  9. Dead Butterflies (ft. Kand & Roxani Arias)
  10. Désolé (ft. Fatoumata Diawara)
  11. Momentary Bliss (ft. slowthai & Slaves)
  12. Opium (ft. EARTHGANG)
  13. Simplicity (feat. Joan As Police Woman)
  14. Severed Head (ft. Goldlink & Unknown Mortal Orchestra)
  15. With Love To An Ex (ft. Moonchild Sanelly)
  16. MLS (ft. JPEGMAFIA & CHAI)
  17. How Far? (ft. Tony Allen & Skepta)






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