Gnac

Afternoon Frost

2021 (Vertical Features)
soundtrack, folk, neoclassical

Che Mark Tranmer non avesse ambizioni da popstar è stato evidente sin da quando, con la complicità di Roger Quigley, diede vita ai Montgolfier Brothers, una delle band di punta della Poptones, etichetta che Alan McGee creò dopo aver liquidato la gloriosa Creation. Nessuna velleità da classifica per quel piccolo gioiellino di crepuscolare malinconia autunnale e di colto romanticismo alla Erik Satie che diede inizio alla breve avventura del duo ("Seventeen Stars"). Mark Tranmer era più Vini Reilly che Morrissey, più incline al fraseggio della musica classica, del jazz o del folk che alle glorie del britpop. Ritornare al primo amore, ovvero le alchimie strumentali a corredo di immagini reali, immaginarie o virtuali, è stato naturale, doveroso.

Dopo aver riproposto attraverso Bandcamp un ampio compendio delle varie pubblicazioni a nome Gnac, Montgolfier Brothers e Wingsisk, Mark Tranmer riprende il discorso interrotto nel 2007 con "The Arrival Of The Fog" (nel 2015 ha pubblicato comunque un album a proprio nome), con il nuovo progetto "Afternoon Frost", inciso nello studio casalingo del musicista in quel di Stirling, Scozia.
In verità Tranmer ha riesumato il nome Gnac dopo l'inserimento di un suo brano ("The Broken Fall") nella compilation di Bob Stanley e Tim Burgess del 2019 "Twin Peaks", precedentemente aveva usato nel 2010 il moniker Gnac per un progetto con la pianista Alessandra Celletti, "Red Pages".

L'immaginaria colonna sonora di "Afternoon Frost" non annuncia solo il ritorno di un musicista dalla spiccata sensibilità e caratura musicale, ma anche una delle gemme nascoste del già ricco catalogo discografico annuale. Mini-sinfonie condotte da un sapiente tocco pianistico, un lirismo sedimentato e stratificato che mette insieme ambient-music, minimalismo ed elettronica.
Il nuovo album degli Gnac sfida la staticità della musica strumentale con dieci straordinarie colonne sonore per la vita quotidiana. La struttura è semplice: melodie costruite su canoni perpetui, circolari, che delicatamente si impregnano di suggestioni e ganci strumentali che ne arricchiscono l'ordito e la trama, a volte assecondando le desinenze più intimistiche e brumose ("Gathering Shadow"), più spesso reinventandone il tratteggio descrittivo con l'inserimento di fraseggi ritmici che profumano di Mediterraneo ("Cencellada") o di esotismi orchestrali da vecchia Europa ("That & This").

La natura cinematica delle composizioni è inebriata da un amabile romanticismo minimale ("Kricka", "Winter Moon"): le immagini sono a volte più vivide, sottolineate a volte da più corpose e complesse orchestrazioni che si arricchiscono di fiati, chitarre e percussioni ("Denticulated Lines"). È furtivo lo sguardo con il quale Tranmer scruta i suggestivi paesaggi onirici che ispirano "Afternoon Frost". Alcune tracce sono impalpabili e cristalline nella loro semplicità ("Revenir", "Hanami"), mentre l'unica eccezione è "Cinematografica", brano non a caso scelto per rappresentare l'opera in formato video. La melodia è incalzante ed eterea nello stesso istante, si innalza fiera e trionfale introdotta dal tocco minimale del piano e da un delicato tempo ritmico jazz, synth in sottofondo, chitarre dal suono cristallino, archi e un magico tripudio di strumenti a fiato che ne accompagna il vorticoso e fastoso crescendo.

A tanta bellezza armonica corrisponde una sceneggiatura quasi perfetta. Le ultime note di "Station Approach" scivolano come i titoli di coda di un film d'antan, citando Piero Umiliani e Piero Piccioni, sigillando con un altro tocco di classe uno dei dischi più belli e inattesi dell'anno che volge al termine.

P.S. L'album è dedicato a Roger Quigley, scomparso nel 2020 all'età di 51 anni.

22/11/2021

Tracklist

  1. Gathering Shadow
  2. Cencellada
  3. That & This
  4. Kricka
  5. Denticulated Lines
  6. Revenir
  7. Cinematografica
  8. Hanami
  9. Winter Moon
  10. Station Approach




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