John Howard

Collected

2021 (Kool Kat)
songwriter, pop, glam

Non è facile riassumere la storia di un personaggio come John Howard, ed è questa la sfida della raccolta “Collected”: due cd che assemblano trentotto brani di una carriera travagliata e ricca di imprevisti. Artista mai baciato dalla fortuna e per anni confinato ai margini delle rivalutazioni critiche, Howard Jones (vero nome del musicista) meriterebbe di passare alla storia per il solo fatto di aver rifiutato il ruolo di vocalist degli allora esordienti Iron Maiden.
Ambizioso e risoluto, il ventenne inglese - preso il nome di John Howard - si trasferisce a Londra e firma per la Cbs, registrando un primo album negli studi di Abbey Road, accompagnato da alcuni membri degli Argent e da Tony Meehan degli Shadows. “Kid In A Big World” è un gioiellino di pop d’autore: in un solo colpo John Howard rimanda alla genialità di Elton John, Al Stewart, David Bowie e Randy Newman, con una serie di canzoni che lasciano il segno, tra le quali i singoli “Goodbye Suzie” e “Family Man”, due brani rifiutati dai dj di Radio One con motivazioni discutibili:la prima dichiarata troppo deprimente e la seconda sessista.

Si scoprirà solo anni dopo che l’ostracismo verso il musicista era stato determinato dalla dichiarata omosessualità. I manager di Radio 1 lo ritenevano troppo estremo (nonostante David Bowie e Elton John imperversassero nelle classifiche) e il direttore della casa discografica non gradiva i modi poco maschili dell’artista.
Dopo un entusiasmo iniziale, due album registrati e mai pubblicati e un nuovo singolo, “I Got My Lady”, che ancora una volta fallisce l’ingresso nelle classifiche, la Cbs dà il benservito a John Howard. Osteggiato dall’industria discografica e preda della rivoluzione epocale che contrapponeva l’esplosione del punk all’ascesa commerciale della musica ballabile, l’artista abbraccia quest’ultima, in virtù dell’intrinseca affinità della musica pop con la disco-music.
Alcuni singoli realizzati in quegli anni, tra i quali il disco-pop “I Can Breathe Again”, prodotto da un esordiente Trevor Horn, testimoniano la volontà di restare in contatto con quel mondo che l’aveva comunque sedotto e abbandonato. In seguito Howard sceglie di suonare nei bar e nei club, questo fino a metà degli anni 80, avendo nel frattempo ottenuto successo come A&R per artisti del calibro di Elkie Brooks, Hazell Dean, Gary Glitter, Madness etc.

Quando nel 2004 la ristampa di “Kid In A Big World” gode del plauso di Uncut (5 stelle) e del critico Paul Lester, che lo definisce come l’anello mancante tra Noel Conward e Momus, John Howard dà avvio a una seconda giovinezza artistica. Il ritorno discografico del 2005, “The Dangerous Hours, certifica che nulla dell’antico vigore creativo è andato perduto, ma nonostante un’altra interessante sequela di album, l'artista resta fuori dalle classifiche, con un unico incidente di percorso, “John Howard & The Night Mail” del 2015, un album che raccoglie un rilevante interesse di pubblico e critica.

La doppia raccolta “Collected” rappresenta una ghiotta occasione per riconciliarsi con la musica del pianista e compositore inglese. Non mancano i classici degli esordi, le già citate “Goodbye Suzie” e “Family Man”, ma ci sono ulteriori perle come “Can You Hear Me Ok? (Bacharach ne andrebbe fiero), la cover di un brano di Bill Fay (l’intensa “Be Not So Fearful“), la commovente “Kid In A Big World”, la meravigliosa poesia per voce e piano di “Technicolour Biography”, ma soprattutto “My Beautiful Days”, che oltre a beneficiare di un'interpretazione notevole, affronta con sagacia e malinconica ironia le vicende più intime di Howard.

“Collected” è un disco che meriterebbe un commento brano per brano, ma per evitare una sovrapposizione di aggettivi tanto meritati quanto non del tutto adatti a svelarne la complessità, mi soffermerò brevemente sull’encomiabile arrangiamento teatrale-orchestrale di “Maybe Someday In Miami”, sull’originale tessuto strumentale di “Injuries Sustained In Surviving”, sulle sensuali sonorità glam di “London Loves You” (che sembra uscire da “Dog Man Star” dei Suede), sulla delicata cover di “Another Day”di Roy Harper (autore tra i preferiti di Howard) e sul singolo targato 2020 “In The Stillbeat Of A Silent Day ”, anticipo succoso e invitante delle prossime avventura di John Howard, il cui titolo è stato già annunciato: “LOOK - The Unknown Story Of Danielle Du Bois”.

22/02/2022

Tracklist

  1. Goodbye Suzie
  2. The Dilemma Of The Homosapien 
  3. Dear Glitterheart 
  4. I Got My Lady 
  5. Can You Hear Me Ok?
  6. Oh Dad (Look What You Done)
  7. Kid In A Big World
  8. These Fifty Years
  9. Take Up Your Partners (Finale)
  10. Life Is Never The Way We Want It To Be
  11. Frightened Now
  12. Be Not So Fearful
  13. Stardust Falling (For Jobriath)
  14. My Beautiful Days
  15. Family Man 
  16. Believe Me Richard
  17. Loving You
  18. Small Town, Big Adventures
  19. Technicolour Biography
  20. Three Years
  21. Maybe Someday In Miami
  22. Injuries Sustained In Surviving
  23. Favourite Chair
  24. Something Good 
  25. Neil (You Can Depend On Me)
  26. I Can Breathe Again
  27. London Loves You
  28. Becoming
  29. Staying At Home Kinda Guy
  30. Small World
  31. I’m The Talk Of The Town
  32. Another Day
  33. Comic Strip
  34. Snow
  35. You’re Mine Tonight 
  36. In The Stillbeat Of A Silent Day
  37. Deadly Nightshade (Live At The Servant Jazz Quarters, London, 2013) 
  38. I’ll Feel What I Feel




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