La danza grottesca di "Will To Power", in stile Tropical Fuck Storm, è spezzata dalla ballata jazz "The Viaduct Love Suicide", che cade invece più nei territori dolenti percorsi da Nick Cave e Warren Ellis, mentre "She Moved Through The Fair" ha il passo lento e fluttuante di una "Ocean Song(s)" (Bella Union, 1997) dei Dirty Three.
È in brani come "Jeanie In A Bottle" che il trio esprime un songwriting personale, forte della tensione performativa tra i musicisti che viene racchiusa live su disco. La canzone incede obliqua, a tratti si inceppa, per bagnarsi poi di organo, note alterate e cori allucinati in falsetti coadiuvati dalla voce della compagna di Liddiard, Fiona Kitschin, con cui condivide i principali progetti musicali. Al testo ci mette la penna il poeta Ian Duhig:
She's crushed down what she could beGli Springtime accompagnano i loro personaggi oltre le colonne d'Ercole, raccontando un tormento che non riesce a trovare pace in un mondo ormai rotto, che trova appena conforto nella musica. Brillano il blues storto e minimale di "The Island" e la cover live "West Palm Beach" di Will Oldham/Bonnie "Prince" Billy, mentre chiude il dramma anti-epico di "The Killing Of The Village Idiot", critica feroce alle azioni dell'esercito australiano in Afghanistan, tra squarci psichedelici e barbagli jazzistici in cui il pianoforte (ci) guida nella catarsi.
Crushed down like a garbage bin
She dreamt sometime she'd raise the knife
And do her husband in
She's crushed down
But Jeanie raised her kids instead
She did the best she could
And whether that was good enough
It's not up to me or you
Ascoltiamo il frutto di tre dei musicisti più sensibili e attenti del panorama art-experimental-jazz-rock odierno. Ci auguriamo che ci sia un seguito, ma anche se non fosse così, andrebbe bene lo stesso. Certe congiunzioni si hanno solo in determinate occasioni e condizioni, è bene pensare che si sia di fronte a qualcosa di davvero irripetibile.
(24/12/2021)