Tracciare un ponte tra la musica tradizionale e la musica giovanile è uno dei tentativi più nobili e temerari che un musicista possa tentare nella propria carriera. Se parliamo di musica orientale, la storia ci propone un’enorme quantità di esempi che partono dagli albori del rock sino ai nostri giorni, dai Beatles al minimalismo, dalla psichedelia al cantautorato. Anadol è il nome del progetto della musicista turca Gözen Atila, giunta con “Felicita” al suo terzo Lp.
"Che sia tradizionale o contemporaneo, dobbiamo essere autentici", ci dice lei stessa nella notte di copertina, e in effetti se questo era l'obiettivo, si può dire di certo raggiunto. Nei quasi quaranta minuti di musica, Gözen Atila esplora le possibili connessioni della musica araba, del pop turco con sonorità chiaramente psichedeliche. C’è quindi un forte legame con la propria terra d’origine (la Turchia ma anche la Grecia e il Medioriente) contaminata con tante delle scene occidentali.
“Felicita” è conseguentemente un lavoro molto variegato, in cui spicca il capolavoro di 15 minuti di “İstasyon Plajında Bir Tren Battı”, in cui all'inizio sembra che i Tuxedomoon suonino free-jazz prima di giungere a un finale incentrato su tastiera e basso psichedelici. “Gizli Duygular” suona come un'esplorazione spaziale d'avanguardia per poi trasformarsi in un grandioso trip acido, forse uno dei più intensi dell'anno.
Le canzoni brevi (“Ablamın Gözleri” e “Felicita Lale”) danno l’idea di deliziose melodie da chansonnier francesi, con l’elettronica a modernizzare un'atmosfera che è tipicamente da Nouvelle vague parigina degli anni 50.
09/12/2022