Sono ormai passati otto anni da “ll”, il secondo album dei portoghesi Gala Drop. In questo lungo frangente, il collettivo tribal-psichedelico con dichiarate influenze quartomondiste, fondato nel 2004 da Nelson Gomes, ha sganciato su cassetta nel 2020 “Live At Boom (July 24th, 2018)”, summa del suo modo di intendere la musica fino a quel momento. Nel frattempo, il quintetto si è ridotto a trio, con i fidati Afonso Simões e Rui Dâmaso a dividere pane e companatico con Gomes, suggellando una “amizade” che trascende la seconda arte. Ne è scaturito questo nuovo lavoro autoprodotto e intitolato, appunto, “amicizia”, in cui la componente dub va sempre più amalgamandosi al sound dei Nostri e il cantato che caratterizzava “II” svanisce del tutto.
Scampoli di funk albergano nella title track che apre “Amizade”, con le ventilate tastiere di Simões, sostenute dall’ardente basso di Dâmaso, che ci trasportano nottetempo nei saliscendi lisboniani. Un inusitato strappo dance dirotta i Gala Drop – e noi – verso mete baleariche con “Monte do Ouro”, in cui il tocco Ibizian-chillout si fonde con le surfate chitarristiche di Gomes. Le stesse atmosfere perdurano nella “Dança das Camélias”, con un più solido apporto percussivo che ne esalta la matrice afrobeat.
La venatura library che solcava l’esordio omonimo del gruppo, con i campionamenti di “Eliogabalus” di Piero Umiliani a infondere linfa vitale a “Ital”, cede oggi il passo a una crescente fascinazione per il dub post-nucleare di cui è pregna la seconda parte di “Amizade”, inaugurata dalle leziose radiazioni di “Dub da Meia Noite”.
Gomes e soci, però, vogliono sparigliare le carte un’ultima volta. E così, prima di reimmergerci nei fumi ancor più narcotizzanti di “Areal Dub” e nella deep house spastica della finale “Raio”, piazzano una sferzata shoegaze dal titolo didascalico “Guitarra Voadora” (chitarra volante). La sei corde si libra in un’inesorabile impennata acida a suon di feedback degna degli Spacemen 3 di “Sound Of Confusion”, scortata da un riff di basso ipnogeno e da pelli percosse abulicamente.
Tra poliritmie e continue deviazioni che sfociano in mescolanze di generi rese con maestria, ancora una volta i Gala Drop ci regalano un’opera confezionata con tutti i crismi di un progetto votato alla musica “universale”.
07/11/2022