Sembra spaesato su quel palco tanto sfarzoso, illuminato a giorno. La sua timidezza emerge in maniera prepotente mentre Amadeus, conduttore dell'edizione 2022 del Festival di Sanremo, cerca di strappargli qualche frase, a notte inoltrata, quando, ventiquattresimo sui venticinque concorrenti in gara, Giovanni Truppi ripropone per la terza volta in pochi giorni "Tuo padre, mia madre, Lucia". Un'occasione importante per farsi conoscere e apprezzare da una platea molto vasta. E lui ha candidamente replicato alla domanda più ovvia, inerente l'outfit scelto, in decisa controtendenza rispetto alle consuetudini del Teatro Ariston. Una canottiera, ogni sera diversa, perché - ha affermato - così si è sempre presentato al proprio pubblico. Quindi, perché cambiare? La sconfinata semplicità di Giovanni Truppi è tutta in questa risposta.
Avrebbe meritato di aggiudicarsi il Premio della Critica, assegnato invece a Massimo Ranieri, e avrebbe meritato una posizione ben più alta in classifica, ma sappiamo come è fatto Giovanni: evita i compromessi come fossero la peste, e in competizione porta un brano non semplice, che riesce a spiazzare persino i fan. Ma al secondo, e ancor più al terzo ascolto, Truppi conquista tutti con la propria garbata genuinità, ponendosi nel gruppo storico degli "alternativi di qualità" che quasi ogni anno vengono invitati a calcare il palco sanremese. Uno spoken word in grado di miscelare il vago classicismo richiesto dall'occasione con scelte melodiche e armoniche tutt'altro che scontate, e il prezioso contrappunto dell'impeccabile orchestra, perfetta nel supportare la "nudità" espressiva di Giovanni.
Archiviata l'emozionante esperienza del Festival, "Tuo padre, mia madre, Lucia" diviene il valore aggiunto della prima retrospettiva pubblicata dal cantautore napoletano, il resoconto del percorso fin qui compiuto in dodici anni di carriera. In questa selezione c'è una bella fetta del suo mondo, traiettorie emozionali narrate sia attraverso l'osservazione della quotidianità, sia per mezzo di un'attenta riflessione interiore. Un solo brano, "Scomparire", è estratto dall'esordio del 2010, "C'è un me dentro di me"; ben maggiore l'attenzione riposta sui successivi "Il mondo è come te lo metti in testa" (2013) e "Giovanni Truppi" (2015), fino ad approdare a quello che al momento è considerato il lavoro più compiuto, "Poesia e Civiltà" (2019), seguito dall'Ep "5", rilasciato a pochi giorni dall'esplosione dell'emergenza sanitaria.
Delicato e struggente ("Conoscersi in una situazione di difficoltà"), all'occorrenza ruvido e sfrenato ("Stai andando bene Giovanni"), il songwriting "sghembo" - a tratti da filastrocca - di Truppi si rivela sempre originale e ardito, pregno di una raffinatezza fuori dal comune ("L'unica oltre l'amore"). Una scrittura realista, spesso carica di sana ironia ("Superman") e a suo modo politica ("Borghesia"), attraverso la quale il mondo viene non di rado analizzato dal punto di vista dei perdenti, fondendo impegno e vulnerabilità.
Due le collaborazioni inserite in questa antologia: Edoardo Calcutta è ospite nella reinterpretazione di "Mia", Dario Brunori nobilita la toccante "Procreare".
08/02/2022