Archiviata la collaborazione con il coreografo Alexander Whitley - confluita lo scorso anno nella pubblicazione di “Overflow” - Ryan Lee West torna a esplorare in modo autonomo il suo fervido immaginario sonoro proponendo un nuovo itinerario elettronico ancora incentrato su sperimentazione e poliedricità. Se il commento sonoro dello spettacolo di danza contemporanea conformemente alla tematica trattata verteva su una proposta eclettica dai toni distopici, “Now Is” definisce un ambiente d’ascolto altrettanto variegato ma decisamente più luminoso e dal tono ottimista.
In risposta alle ansie e al senso di isolamento dell’ultimo biennio, il musicista inglese costruisce una sequenza di tracce tutt’altro che inclini alla cupezza, imperniate su un’attitudine melodica mai come ora centrale nello sviluppo della struttura compositiva. Tale indirizzo, palesemente dichiarato in apertura dagli arrangiamenti ariosi di “Beginnings”, trova formulazione in un insieme che coniuga sapientemente frequenze sintetiche e strumenti acustici definendo atmosfere in bilico tra introspezione e apertura verso scenari cromaticamente vividi. Emblematico, in tal senso, è il dittico centrale formato dalla deriva ipnotica di reiterazioni e sottili variazioni di “Vision Of Self” e dall’ambient-techno tumultuoso della title track, nucleo che rivela l’intento di dare spazio all’intero spettro emozionale nutrito dal momento storico particolare.
L’infaticabile ricerca di un lessico digitale organico e profondamente vitale spinge West a esplorare – con esiti quasi sempre convincenti - combinazioni inedite che inglobano ritmiche kraut (“World Turns”) e istanze minimaliste (“Running”), fino a spingersi in territori inaspettatamente rarefatti. A partire dalle modulazioni sinuose di synth della breve “The Fade”, infatti, il lavoro si orienta verso declinazioni ambient ibridate da echi jazz (“A Warning”) e derive oniriche cadenzate da stille pianistiche (“Quiet Home”) chiudendo il percorso con un tono sottilmente malinconico che ci riporta in modo totalmente diverso all’introversione dell’ottimo “Persona”.
Senza mai sconfessare quanto fin qui prodotto, la traiettoria sonica di Rival Consoles insiste così nel suo processo di graduale evoluzione ribadendo quanto la volontà di non affidarsi a costrutti collaudati finisca per iniettare nuova linfa e generare una proposta sempre lucida e stimolante.
26/10/2022