Dalle nursery rhyme spettrali delle Black Dresses si passa a questi ipercinetici inni per adolescenti digitali, in cui melodie esageratamente pop abbracciano soluzioni esageratamente metalliche in un tripudio di zucchero filato elettronico. Canzoni parossistiche se non parodistiche, ma guai a credere che il duo non si prenda sul serio: pur compresso nei pixel di un touch screen, questo sfrenato romanticismo da chat brucia dell'intensità cantata dalla più nobile poesia amorosa.
Complice la coloratissima copertina, l'impressione è di skippare una compilation di sigle anime interpretate da un cast che spazia dai Gesu No Kiwami Otome a Charli XCX passando per SOPHIE. Manifesto ne sia l'iniziale "WALL OF SUMMER", una "Basket Case" suonata dai Napalm Death e remixata da Arca: da una parte mostruose accelerazioni grind e urla disumane, dall'altra una (hyper)pop song tutta da canticchiare. La versatilità vocale di Rook, capace di saltellare dal growl più crudo al sussurro più etereo con la disinvoltura di un Mike Patton da videogame, asseconda con goduria la schizofrenia del programma.
Se è vero che la formula viene replicata con autistica uniformità, spunta sempre qualche sorpresa a ridestare l'attenzione: "ANGEL" è scossa da rasoiate djent e sussulti metalcore, ma si concede anche un elegiaco arpeggio di spinetta barocca; i primi tre quarti di "PARTY GIRL" si attestano sulla filastrocca agrodolce, poi piomba un bulldozer industrial a guastare la festa; e che dire dell'elastico contemporary r&b di "RETURN TO THE SKY"?
Frastornante come il primo bacio tra due angeli cyborg, la mezz'ora di "ULTRA PARADISE" sembra fatta apposta per essere sparata negli auricolari durante un tragitto in autobus, fantasticando storie d'amore con gli altri passeggeri al ritmo forsennato di una drum machine da smartphone.
(20/03/2023)