Beach Fossils - Bunny

2023 (Bayonet Records)
jangle-pop, dream-pop, indie-pop

A sei anni dall'ottima vetta "Somersault" e due dalla compilation "The Other Side Of Life: Piano Ballads", i Beach Fossils tentano nuovamente la carta della perfetta colonna sonora estiva con il loro quarto lavoro in studio "Bunny". Per l'occasione, il progetto guidato da James Dustin Payseur ha spinto maggiormente su influenze d'impronta dream-pop e neo-psych, accantonando le variazioni sul tema tra soul e jazz messe in campo nell'opera precedente, con un parziale ritorno al passato. A dominare la scena a più riprese sono gli arrangiamenti trainati dal folk-pop venato di psichedelia delle chitarrine à-la Byrds, le reminiscenze jangle rintracciabili nei Cure di "Wish" e "The Head On The Door", e i primi approcci dreamy degli Spiritualized di "Lazer Guided Melodies". Dietro le quinte spiccano inoltre i nomi di Lars Stalfors (St. Vincent, Soccer Mommy, Lil Peep) al mix e Josh Bonati (Mac DeMarco, Sufjan Stevens, Wild Nothing) in fase di masterizzazione.

L'indie-pop armonico e velato di malinconia e solitudine di "Sleeping On My Own" attacca in maniera efficace con cori e chitarre placide che rimandano immediatamente ai Byrds e ai Real Estate di "Days", a cui fanno seguito gli innamoramenti fugaci sbocciati nelle sere d'estate sostenuti dalla bassline di "Run To The Moon". Segue il solco tracciato dall'opener, con una maggiore propensione jangle, la più orecchiabile "Don't Fade Away", mentre gli scintillii e i cori distanti del (grazioso) giro a vuoto "(Just Like The) Setting Sun" e del sogno ad occhi aperti "Anything Is Anything" entrano marcatamente in territorio dream-pop, raggiungendo nel secondo caso il confine con lo shoegaze di Lush, Radio Dept. e Slowdive. Nonostante il suo piglio adolescenziale, "Dare Me" passa in rassegna i temi dell'amicizia, dell'euforia all'inizio di un amore e i conflitti interiori (e non) che ne derivano, utilizzando uno sguardo maturo, come se il protagonista si trovasse sospeso tra passato e presente.

Sometimes all you've really got is your friends
Sometimes you can't even count on them
You said, "If you'd get yourself together, you'd be alright"
But nothing feels better than wasting time

I bagliori e gli echi della ritrovata atmosfera dreamy di "Feel So High" sono retti da solide linee di basso in secondo piano, passando successivamente ai ritmi jangle-pop della road-song "Tough Love", che trae ispirazione dal repertorio di Cure, Go-Betweens e nuovamente da quello dei Real Estate, e all'indie-rock di "Seconds". La conclusione ritorna in zona dream-pop con i riverberi di "Numb" e la leggera e spoglia "Waterfall", il cui argomento centrale, ovvero la lotta contro il cancro portata avanti da un familiare di Payseur, è il più toccante all'interno dell'opera.

Equilibrato e coerente, "Bunny" è un album estremamente semplice e vulnerabile, che scorre via veloce facendo leva su qualche momento di forza presente nella prima metà del percorso. Pur sfumando in alcuni passaggi un po' troppo effimeri e derivativi, i Beach Fossils riescono ad aggiudicarsi un discreto e gradevole ritorno con un disco dal sapore estivo, saldamente ancorato alla loro zona di comfort.

13/08/2023

Tracklist

  1. Sleeping On My Own
  2. Run To The Moon
  3. Don't Fade Away
  4. (Just Like The) Setting Sun
  5. Anything Is Anything
  6. Dare Me
  7. Feel So High
  8. Tough Love
  9. Seconds
  10. Numb
  11. Waterfall








Beach Fossils sul web