Jeremy Tuplin

Orville's Discotheque

2023 (Trapped Animal)
alt-pop, songwriter

Stravagante e intrigante, l'album che consolida lo status di Jeremy Tuplin come raffinato e acuto autore è nello stesso il più ambiguo e ambizioso del musicista inglese. Immagine di copertina e titolo, "Orville's Discotheque", per un attimo disorientano, celando abilmente la profonda natura concettuale del progetto. Ancora una volta Tuplin tiene fede alla scelta di offrire a ogni suo disco un'autonomia stilistica e creativa, infrangendo un ultimo tabù, ovvero quello dell'elettronica e della disco music.
I ritmi ossessivi e lo sfarfallio dei sintetizzatori hanno da sempre sedotto le migliori penne della musica rock e folk (da Leonard Cohen a Neil Young, per intenderci), e il momento di confrontarsi con la seduzione tecnologica è arrivato anche per il cantautore del Somerset. Tutto sommato, Tuplin è una figura atipica di songwriter, incline a quella trasversalità e destrezza che David Bowie ha sperimentato senza sosta. Più che un pretesto è un vero incipit creativo quello che ha spinto Tuplin nell'orgia sonora delle discoteche: "Orville's Discotheque" è ispirato al mito di Orfeo ed Euridice, tragedia greca che il musicista, con l'aiuto della sua Sad And Lonely Disco Band, disloca nella modernità e nel riflusso dance-psichedelico contemporaneo.

 

Nel singolo che ne ha anticipato l'uscita, "Why'd You Go and Look At Me Like That" è racchiuso il confronto semantico e spirituale del disco, il duello etico tra accusa e perdono dà voce a sentimenti e racconti che sono sia autobiografici quanto immaginari. Con la chitarra dietro le quinte e un più intenso pathos interpretativo, Tuplin sfodera un corpo sonoro policromo: le 14 tracce non rinnegano le ambizioni space-folk di "I Dreamt I Was An Astronaut" né rinunciano all'allegoria evocata dai personaggi e dallo svogliato disincanto di "Pink Mirror".
Il brano più ballabile del lotto, "Dancing (On Your Own)", sottolinea già dal titolo l'interesse di Tuplin per il lato oscuro e introverso del mondo delle discoteche: da un versante, l'autore pone una domanda per nulla retorica nel brano d'apertura "It's A Real World???", chiamando in soccorso il bagliore delle luci stroboscopiche e dei neon, in converso racchiude l'ingannevole romanticismo nelle futili note di "Idiot Love", mettendo definitivamente a nudo la metafora del mito di Orfeo ed Euridice come esempio di una ciclicità che lega passato e presente.

Come tutti gli album che ostentano frivolezza per raccontare di tematiche profonde, anche "Orville's Discotheque" svela pian piano una potente trama sonora e finemente poetica. L'evocativo e lontano graffio chitarristico e l'incisivo cantato recitato di "A Dancer Must Die", l'incisivo groove in chiave rock-folktronica di "Wonderful Time", il surreale romanticismo di "Devil Dances" e l'eccellente soul-glam di "L.O.V.E." sono perle di scrittura cantautorale e pop.
"Orville's Discotheque" è l'ennesima prova di stile e personalità di Tuplin, un album che forse faticherà non poco a conquistare l'ascoltatore in virtù di un'eccentricità che non sempre guadagna il giusto riconoscimento.

Annunciato come un concept-album dance, "Orville's Discotheque" è una ventata di freschezza per il panorama indie-pop contemporaneo. Un disco che mette in fila la poetica glam di "Ziggy Stardust", la provocazione concettuale di "Aladdin Sane" e il brio di "Young Americans" con una vitalità che nessun emulo di Bowie è mai riuscito a esprimere con tanta personalità e gusto. Una prova di maturità che stuzzica con intelligenza.

27/05/2023

Tracklist

  1. It's A Real World???
  2. Dancing (On Your Own)
  3. Eugenie
  4. Idiot Love
  5. L.O.V.E.
  6. Love Town
  7. Wonderful Time
  8. Futureman
  9. Better Man
  10. Why'd You Go And Look At Me Like That
  11. Devil Dances
  12. The Mirrorball
  13. A Dancer Must Die
  14. Dance On




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