Mandy, Indiana

i've seen a way

2023 (Fire Talk)
ebm, post-industrial, noise-rock

Ombra e luce vengono recise, separate l’una dall’altra chirurgicamente, dalle geometrie industriali della copertina di “i’ve seen a way”. Operando una forte sintesi di quanto succede nel formidabile esordio del quartetto di Manchester, il confronto tra ombra e luce, catarsi ed estasi è il nocciolo delle sue undici tracce. In realtà, i contrasti costruiti dal disco vanno ben oltre.
I capannoni industriali diventano ammiccanti attraverso il canto di sirena francese, la sua madrelingua, di Valentine Caulfield. Tarantolata e caotica, ma dannatamente attraente. I droni assordanti e i clangori industriali di Scott Fair si scambiano posto continuamente con le vaporose ascese verso la volta celeste dei synth di Simon Catling. Chitarre shoegaze latrano negli spazi angusti del Tresor. La batteria a orientamento techno di Alex Macdougall e i beat sono pesanti, non concedono riferimenti, cambiano figure continuamente, ma hanno il potere di catturare i corpi in una danza concitata a loro piacimento.

 

L’Ebm del quartetto mancuniano è tutt’altro che immediata, è anzi ostica, ma anche estremamente ammaliante. L’opener “Love Theme (4K VHS)” attira verso le spire del disco con un gioco di synth abbaglianti, arpeggi di luce fatti danzare a intermittenza dalle pale di un’elica. È impossibile non anelare a questa luce stordente, ma quello che ci aspetta oltre è lontano dal considerarsi conciliante.
Ecco dunque “Drag [Crashed]” lanciarci nel mezzo di una grandinata techno la cui intensità non cessa di aumentare, parallelamente crescono l’isteria delle declamazioni della Caulfield e il senso di oppressione innescato dai droni. È ugualmente assordante l’inferno di “Pinking Shears”, con le tastiere che gracchiano forte e avanzano come una colata di lava, togliendo stabilità alle incitazioni da vocalist steampunk di Valentine, che nella successiva e più propriamente techno “Injury Details” continuerà a farci ballare come invasati.

Con i suoi brani che confluiscono l’uno nell’altro, preparando ciascuno nel proprio finale il terreno per il prossimo, “I’ve seen a way” è pensato come un viaggio, che a partire da “The Driving Rain (18)” prende una piega inaspettata, ancora più imprevedibile rispetto a quanto esperito fino a quel momento. Se la suddetta è una scorribanda per synth e vocoder nel futuro di pioggia e neon di “Blade Runner”, “2 Stripe” è una convincente sortita ambient negli androni di un’industria in disuso, dove gli stridii dei macchinari e gli echi dei portelloni che sbattono sordi aleggiano nell’etere come fantasmi.
“Iron Maiden” e “(ノ>ω<)ノ :。・:*:・゚’★,。・:*:♪・゚’☆ – Crystal Aura” sono due crescendo di segno opposto, il primo nel nome del noise post-industriale più abbacinante e la seconda in quello della dream-techno di Kelly Lee Owens. In mezzo ai due ci passa però la brutale “Peach Fuzz”: la Caulfied fa la versione femminile di “Frankie Teardrop”, i synth sono stopposi, i beat incessanti e guidano un rave al quale è impossibile non arrendersi.

Recenti date in supporto a Idles, Gilla Band e Squid ci hanno mostrato sia l’interesse crescente verso la formazione che la sua obliquità verso mondi sonori meno distanti da essa di quanto si tenda a credere, questo atteso debutto è andato però ogni oltre più rosea aspettativa. “i’ve seen a way” è l’esordio esaltante di una band capace di plasmare a suo piacimento numerosi codici e di far riecheggiare il nefasto sound della Manchester che fu ben meglio dei tantissimi imitatori succedutisi negli ultimi decenni.

01/06/2023

Tracklist

  1. Love Theme (4K VHS)
  2. Drag [Crashed]
  3. Pinking Shears
  4. Injury Detail
  5. Mosaick
  6. The Driving Rain
  7. 2 Stripe
  8. Iron Maiden
  9. Peach Fuzz
  10. (ノ>ω<)ノ :。・:*:・゚’★,。・:*:♪・゚’☆
  11. Sensitivity Training


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