Taking the long way home
So we can be alone
Catching the butterfly
Under the council sky
Watching the world go by
Tra mille contraddizioni e accuse reciproche di codardia, le voci di un'eventuale
reunion degli
Oasis si rincorrono sempre più veloci, al pari delle implacabili schermaglie tra i fratelli
mancuniani più famosi del globo terrestre. In tutto questo trambusto da infinita telenovela, dopo il ritorno di
Liam Gallagher con "
C'mon You Know" lo scorso anno, è arrivato il turno di
Noel con "Council Skies", il quarto lavoro in studio insieme ai suoi High Flying Birds. Il titolo dell'album e la relativa
title track traggono ispirazione dall'omonimo libro illustrato dell'artista di Sheffield Pete McKee, e liriche e sonorità appaiono permeate da una malinconia di prim'ordine, tra una sorta di ritorno alle origini e una dimensione di
daydream, fuori dal tempo e dallo spazio.
L'apertura spinge subito su echi
beatlesiani con gli archi e i cori della placida e orchestrale "I'm Not Giving Up Tonight", intitolata inizialmente "Daisies" e la cui inclusione era prevista nel precedente "
Who Built The Moon?". Si cambia passo con la temuta (perlomeno dai fan "puristi")
drum machine e le arie
jangly dell'efficace "Pretty Boy", dove
rkid collabora con l'amico
Johnny Marr, alla quale fa seguito la sincera e personale "Dead To The World",
ballad sinfonica e tra le migliori tracce del disco, il cui testo sembra trattare la fine di una relazione che non funziona (...o forse la rinuncia a ogni possibilità di pace tra fratelli).
Torna Marr alla chitarra in "Open The Door, See What You Find", dove i rimandi
nineties si fanno sentire soprattutto nel ritornello, mentre le liriche di "Trying To Find A World That's Been And Gone Pt. 1" presentano nuovamente una possibile duplice interpretazione, riferita a una relazione finita o a una persona cara. La
demo della traccia era stata pubblicata da Noel a inizio 2022, e a metà brano, prima dell'ingresso degli archi, tende quasi a strappare un "little by little" urlato a squarciagola.
Oltre a sprigionare le classiche
Oasis vibes a profusione con un
riffone centrale
à-la David Gilmour ad opera di Paul Stacey, "Easy Now" rappresenta il genere di brano evocativo che crea subito dipendenza, portando al contempo l'ascoltatore a piangere in un angolino, e non è ben chiaro se ciò accada per qualche speranza nascosta o perché la canzone riesca a fargli passare tutta la vita davanti in poco meno di quattro minuti. Il tutto senza una ragione precisa (e psicopatie annesse). L'artista riflette sulla sua giovinezza in "Council Skies", che contiene riferimenti testuali alla "
Catching The Butterfly" dei
Verve e alla
b-side "Underneath The Sky", inclusa nella
compilation "The Masterplan".
Il disco chiude lievemente in calando, seguendo il ritmo e le venature
psych di "There She Blows!", che rimanda palesemente a uno dei brani più amati da Noel, ovvero la "
There She Goes" del gruppo The La's, conosciuta anche come "la pietra fondante del
britpop", la marimba della meno riuscita "Love Is A Rich Man", che volge lo sguardo verso il periodo
eighties di
Bowie, così come la successiva e più articolata "Think Of A Number", che tenta di riprendere quota con influenze
new wave in direzione
Xtc e discrete parti strumentali, di cui due assoli, rispettivamente di piano e chitarra elettrica.
La chiosa finale viene ceduta alla luminosa
bonus track"We're Gonna Get There In The End", uno sprone a non perdere la speranza e a continuare a credere in tutti quei sogni che ci fanno sentire vivi.
Remember the dream that you're keeping alive
Remember your love for the loved outside
Don't fight the feeling
Don't stop believing in what you know
'cause you can't let go, my friend
We're gonna get there in the end
Seppur concettualmente più che discreto e abbastanza equilibrato, "Council Skies" vede Noel Gallagher salvarsi grazie a pochi brani cardine che in fase live faranno senz'altro la loro figura, e a qualche espediente a livello di
sound e testi, alternato ad alcuni momenti piatti che affondano eccessivamente nella nostalgia, soprattutto nella parte conclusiva dell'opera. Con un pizzico di
verve in più il lavoro di
rkid avrebbe potuto riservare qualche sorpresa, ed è inoltre risaputo, anche se fa male avanzare un paragone simile, che un
anthem ben piazzato, come una "
Everything's Electric" qualunque, possa fare la differenza, e qui purtroppo non vi è nulla di simile.
04/06/2023