Fondati nel 2021 dal chitarrista Federico “Fed” Venditti, gli Artificial Heaven nascono dalle ceneri dei Witches Of Doom e altri progetti precedenti, all’interno della prolifica scena romana. La formazione è composta da Fabio Oliva (voce), Fed Venditti (chitarra), Stefano Romani (basso) e Lorenzo Valerio (batteria).
Il nome “Artificial Heaven” trae ispirazione dal celebre romanzo distopico “Brave New World” di Aldous Huxley, dove viene forgiato un nuovo modello di società ideale tramite il controllo mentale e l’uso dello psicofarmaco “Soma”, una pillola della felicità che condanna a vivere in un angoscioso paradiso artificiale.
L’artwork di copertina è stato realizzato dall’artista D’aria Cognigni (D.ARIA ART) e rende pienamente il tema centrale dell’album: la deumanizzazione a favore della società digitalizzata, raffigurata da una ragazza che si muove nella natura, senza mai avere con questa un reale contatto, indossando un dispositivo di occhiali 3D. La monocromia del grigio sembra rappresentare la tristezza del conformismo della società dominata dalla tecnologia.
La musica degli Artificial Heaven è un soundscape ricco di varietà sonore in cui si spazia dal gothic rock al post-punk, dalla darkwave fino all’hard-rock. Influenzati principalmente da band di culto come Sisters Of Mercy, Fields Of The Nephilim, Cult, Bauhaus e Killing Joke, ma anche Iggy Pop, gli Artificial Heaven dimostrano - già dal loro album d’esordio - uno stile personale, arrivando a comporre brani originali, tutti diversi tra loro, in una tracklist mai monotona, né ripetitiva. Hard-rock (i continui riff) e gothic-rock (le atmosfere tipicamente dark) convivono per creare il sottofondo musicale di un concept-album unitario, che racconta una storia che vuole essere per certi versi un monito.
I testi introspettivi, il ritmo adrenalinico e le melodie coinvolgenti - dominate dalla voce profonda di Fabio Oliva – descrivono i vari aspetti dei fenomeni oscuri generati dai social network, dal body shaming (“Body Shaming”) al distacco dalla vita reale (“Dark Room”), alle relazioni sentimentali virtuali (“Automatic Love”). Le sonorità sono sfaccettate e appaiono il riflesso anche della sensibilità e della vasta cultura musicale dei nostri, in particolare di Fed Venditti, che va oltre il gothic rock (tra l’altro anche scrittore talentuoso e autore di due romanzi).
Quali sono gli effetti dell’era digitale sull’essere umano e sulla società? Quali le conseguenze del lato oscuro della tecnologia, soprattutto quando se ne abusa? Internet nella sua connotazione negativa è la questione sulla quale si interrogano gli Artificial Heaven: i “sogni digitali” sono destinati a infrangersi sullo schermo freddo e inerte della realtà virtuale.
Il singolo “Fall Away”, contraddistinto dalla voce stentorea di Fabio Oliva, parte con una rapida chitarra hard-rock, proseguendo con sonorità che richiamano i The 69 Eyes e ci parla della caduta nel vortice della depressione dopo la fine di una relazione sentimentale. “Dark Room” attacca con un tremolo picking che ricorda "Misirlou" di Dick Cale (reso celebre dal film “Pulp Fiction”) e descrive l’abisso della dipendenza dalla realtà virtuale, ricordandoci che il passaggio dall’iperconnessione alla connessione perenne è già avvenuto. I social network agiscono proprio come la droga di “Brave New World”, rendendo schiavi gli utenti. I testi suonano come un monito: “You Better Beware Of Your Mind. Your Cage Is A Room With No Light. How Long For? Will You Be A Slave?”.
La title track “Digital Dreams” ci invita a un’ulteriore riflessione sulla deriva distopica del presente, preludio di oscurità futura ("Do You Believe In Your Freak Digital Dreams?"). La tracklist è arricchita da “Ennio”, un breve brano strumentale, omaggio al mestro Ennio Morricone, che ricorda “L’estasi dell’oro” (allo stesso modo in cui i Fields Of The Nephilim omaggiarono Morricone con l’intro “The Harmonica Man” nell’album “Dawnrazor”) e da una riuscita cover di “Russian Roulette” del 1982 del supergruppo Lords Of The New Church.
L’intero album è un viaggio sonoro a ritmo adrenalinico attraverso lo smarrimento dell’umanità e il grigiore della solitudine dilagante nell’iperconnessione. In un circolo vizioso, la frustrazione, il disagio e la precarizzazione delle relazioni interpersonali, prodotti dalle dinamiche virtuali, ci spingono a rifugiarci in un paradiso artificiale, ma la tensione alla felicità non può escludere il corpo nella sua dimensione reale.
I gothic rocker Artificial Heaven lanciano un monito e un messaggio di riflessione sulla direzione presa dall’umanità e lo fanno indicando una bella inversione a U attraverso il loro immaginario dark e la loro musica coinvolgente. Non vediamo l’ora di vederli dal vivo in un prossimo tour. In questo mondo disorientante c’è una sola promessa di felicità: “Log On Your Soul To You”.
“Digital Dreams” è stato registrato da Giuseppe Orlando (Novembre, The Foreshadowing, Inno) ai The Outer Sounds Studios. Alla produzione hanno collaborato ospiti noti della scena underground italiana come i tastieristi Francesco Sosto (The Foreshadowing) e Riccardo Studer (Stormlord).
29/03/2024